Da gornalista, più che da padre, ne ho viste di tutti i colori. Mi è capitato di occuparmi di ignobili insegnanti che picchiavano, maltrattavano e inveivano contro indifesi bambini di tre anni. Ciò che è capitato alla scuola dell’infanzia del rione Canneto di Adelfia, però, per certi versi è anche peggio.

Buona parte del personale scolastico, ma ciò che è più grave delle maestre, non ha informato i genitori che aule e corridoi erano stati visitati dai piccioni. Qualcuno ha deliberatamente messo in pericolo la salute dei bambini, evitando di lasciare a mamme e papà la scelta di far stare o meno i propri figli in quel posto malsano. Chi ha visto cosa fosse successo – purtroppo senza documentarlo – racconta di un disastro.

I piccioni nell’istituto hanno lasciato sangue e guano. Molti dei giochi sono già stati buttati, la scuola è stata chiusa, dispondendo la disinfestazione. Evidentemente la gravità di quanto successo non è stata l’invenzione di un genitore troppo apprensivo. Eppure, nonostante tutto, c’è stata qualche maestra che ha persino fatto fare merenda sui banchi. La pulizia, fatta solo per non allamare i genitori, impiegando il peggiore dei metodi educativi, quello della menzogna, non significa assolutamente eliminare i rischi alla salute pubblica.

Ciò che è accaduto ad Adelfia è una pagina vergognosa, che mette profondamente in discussione il rapporto fiduciario tra genitori e insegnanti. Lasciare aperta una finestra può succedere – per fortuna nessun ladro o vandalo ha fatto irruzione approfittando della mancanza di un sistema di videosorveglianza -, ciò che è davvero colpevole è il mancato preavviso e la chiusura della scuola solo alle 11.

Lo schiaffone, la parolaccia, i maltrattamenti, sono episodi di una singola maestra, l’omertà resgistrata ad Adelfia, invece, fa parte di un sistema che non prevede il confronto civile, ma il vecchio trucchetto di nascondere il guano sotto il tappeto.