È proprio vero che tutto torna di moda. Oggi più che mai riesplode l’adagio da prima Repubblica secondo cui l’Acquedotto Pugliese abbia da sempre dato più da mangiare che da bere. L’Acqua c’è, anche tanta, sarà per questo che il Consiglio di amministrazione ne perde da tutte le parti, almeno quanto le condotte.

Tra i primi provvedimenti adottati a marzo scorso dal geometra Lorenzo De Santis, fresco di trasferimento dalla Fiera del Levante all’Acquedotto Pugliese, fecero grande scalpore i bandi per l’assunzione di 75 giovani eccellenze, ritenute indispensabili per ridare slancio ad una società appesantita da inchieste e sospetti sulla gestione degli appalti. Il nostro articolo dei tempi totalizzò quasi 45mila visualizzazioni. L’ultimo sequestro a Monteforte e Bianco per i presunti rimborsi non dovuti è solo un tassello di un mosaico ben più complesso.

Con l’arrivo del presidente De Sanctis, manager non pugliese vicino al ministro Del Rio, lo scenario è cambiato improvvisamente. Non solo non si ravvisa più il bisogno delle 75 assunzioni, ma si scopre che la più grande società controllata dalla Regione Puglia avrebbe ben 350 esuberi. Qualche interrogativo, a questo punto, è d’obbligo. Prima di bandire le selezioni è stata effettuata una stima del fabbisogno di personale in sintonia con la Regione Puglia? Cos’ha da dire di questa “barzelletta” che non fa ridere affatto il presidente Michele Emiliano, responsabile della nomina dei nuovi amministratori di AQP, agli 8mila giovani partecipanti alle selezioni, che per partecipare al concorso hanno anche versato 20 euro ciascuno?

È vero che Acquedotto Pugliese, con ben 350 esuberi su poco più di 1.800 dipendenti, ha da poco proceduto alla promozione di centinaia di lavoratori che, gravando sulle casse della società, finiscono con impedire la riduzione delle tariffe per l’acqua pagate dai pugliesi? Quello a cui stiamo assistendo non ci sembra tanto nuovo. Tornando all’inizio del nostro pezzo, poi, viene facile ipotizzare un’operazione vintage, delle peggiori, con l’Acquedotto Pugliese tornato ad assicurare più da mangiare che da bere.