Sembra una barzelletta, ma è una storia vera. Ve lo giuro su quanto è scassata l’Amtab. Due giorni fa, a Ceglie, sulla linea 11, succede una cosa che ha dell’incredibile e che dà l’idea del perché la gente ce l’ha con gli autisti dell’azienda pubblica di trasporto, sempre e comunque. Per girare attorno alla piazza l’autobus deve fare una manovra delicata, resa impossibile da alcune auto parcheggiate sulla destra, ma soprattutto per quella in divieto abbandonata sul lato opposto.

L’autista ci prova, ci riprova, ma il pullman, uno di quelli nuovi, per passare dovrebbe salire sul marciapiede, particolarmene alto. Dall’azienda, interrogata dal dipendente in difficoltà, fanno sapere che sul marciapiede non deve salire per nessuna ragione. Il bus, che nonostante la giovane età ha già gli ammortizzatori devastati, potrebbe avere problemi al soffietto. L’autista a quel punto chiama la Polizia Locale e aspetta. Dieci minuti, venti minuti, trenta minuti. Intanto la cera si consuma e la processione non cammina. Tutti in coda.

In mezzo al marasma generale ecco arrivare due carabinieri in motocicletta. Il tutto succede tra le 10.15 e le 11. Uno dei due militari prende la situazione in mano e, dall’alto della sua esperienza di guida, impone all’autista di salire sul marciapiede, non senza averlo prima minacciato di elevargli una multa da 2.500 euro per intralcio alla circolazione.

“Vieni indietro che ce la fai”, “Se non sai guidare cambia lavoro” e altra roba simile sono la litania, mentre la gente, probabilmente anche utenti dell’Amtab, tuona senza pietà: “Non volete lavorare”, “Ecco perché saltano le corse”. A complicare tutto ci pensa l’arrivo di un altro bus, che riesce persino a passare, ma solo perché nel frattempo altre due auto si sono spostate.

Alla fine, mortificato e sostenuto solo da qualche saggio vecchietto: “E se rombe lautobbus chi lo deve pagare?”, l’autista si mette al volante contro il parere del suo diretto superiore e fa la manovra, salendo ovviamente sul marciapiede. Questa è la storia. Qual è la morale? Fino a quando l’autobus non è passato, rischiando di lasciare il braccetto sul quel marciapiede e gli utenti a terra, i vigili non sono arrivati, la gente ha inveito contro l’autista in tutte le lingue della terra e l’automobilista incivile se l’he cavata con qualche bestemmia. Peccato non si sia rotto il braccetto, avremmo potuto raccontare la trecentesima avaria a un autobus dell’Amtab in poco più di un anno.