“Il Sig. Loconte Antonio si è reso responsabile in data 10/10/2016 a Bari in Piazza Umberto, di acquisto senza autorizzazione di sostanza stupefacente, cedendola consegnandola a Pubblici Ufficiali“. Per questa ragione sono indagato. Il reato è previsto dall’articolo 73 del d.p.r. 309/90. Un atto dovuto, mi ha detto il gentile maggiore della Polizia Locale di Bari che mi ha identificato prima di passare gli atti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari.

Al pubblico ministero incaricato, poi, dovrò chiedere di essere ascoltato per chiarire che anche il mio era un atto dovuto, seppure occasionale. Quel giorno, in piazza Moro e piazza Umberto, ero andato per beccare pacheggiatori abusivi. Intorno alle 13, però, con la telecamera a tracolla, la batteria quasi a terra e il microfono in mano, mi sono imbattuto nella cessione di hashish ad alcuni ragazzini. Immediatamente ho chiesto se fosse possibile avere anch’io la sostanza. Più che altro una menata esplorativa.

Dopo un attimo di tentennamento uno dei due pusher si è allontanato e mi sono ritrovato con tre stecche di hashis in mano per un peso complessivo di 6,98 grammi ad un costo di 60 euro. C’è chi dice che mi hanno fregato, ma non avevo alcuna dimestichezza. Avrebbero potuto chiedermene cento di euro. Il pomeriggio, dopo circa due ore e l’incredulità per aver comprato droga nella centralissima piazza Umberto, davanti a una pattuglia mista Esercito-Polizia Locale, sono tornato per restituire la sostanza e denunciare l’accaduto. Avevo anche chiesto di poter indicare gli spacciatori, ancora presenti in piazza, dall’altro lato della recinzione dei lavori in corso.

La verità. Qualche giorno dopo i carabinieri hanno arrestato due spacciatori, non i “miei”, che mentre scrivo continuano a spacciare. Venerdì scorso, invece, su Canale 5, a Striscia la Notizia, va in onda un servizio analogo. La verità. Un atto dovuto, mi è stato detto. Dovuto almeno quanto la nostra denuncia, seppure siamo sempre meno convinti dell’ipotesi che quella piazza possa tornare ad una situazione di normale legalità. Una bolla di sapone l’indagine sul mio conto? Chi lo sa. Intanto dovremo rispondere delle nostre azioni. Qualcun altro, invece, mentre si continua a spacciare, non è chiamato neppure a spiegare perché una piazza nel cuore della città, le sue panchine, le sue aiuole, le sue giostrine, vengano trasformate in centrale dello spaccio sotto gli occhi di tutti. L’Italia sta davvero cambiando verso.