Sollevato il caso d’Amelio e aspettando che sul sito internet del Comune appaia la versione integrale della relazione del Mef, continua la nostra operazione “Nonna Teresa”. In parole povere il tentativo di spiegare in maniera elementare all’anziana 90enne che con la pensione minima non arriva a fine mese, ciò che gli ispettori del ministero hanno detto al Comune di Bari. A capitoli, per rendere più facile la comprensione.

Uno dei temi più controversi è quello legato alla costituzione dello staff del Sindaco. Una spesa annua superiore a 500mila euro, tra i primi atti deliberati dal primo cittadino immediatamente dopo il suo insediamento. Gli ispettori hanno fatto alcuni semplici, ma importanti rilievi, che rilanciamo con altri spunti di riflessione. Possibile che su quasi duemila dipendenti pubblici, non ci fosse nessuno capace di svolgere le stesse funzioni assegnate agli esterni? Tra l’altro le medesime persone che seguivano passo dopo passo l’allora candidato sindaco di Bari, Antonio Decaro, nella campagna elettorale? Dov’è l’atto che dimostra la ricerca di dipendenti del Comune di Bari altrettanto capaci? A maggior ragione, perché nelle delibere con cui si nomina il portavoce, il capo di gabinetto, l’aiutante del capo di gabinetto, il comunicatore, l’aiuto del comunicatore, non vengono richieste specifiche competenze o riferite qualità tali da giustificare una spesa di centinaia di migliaia di euro l’anno, alla faccia tua, nonna Teresa?

E qui arriva il grande equivoco, l’interpretazione a piacere dell’articolo 90 del Testo Unico degli Enti Locali e dell’articolo 6 del Regolamento Comunale, quest’ultimo opportunamente votato dalla maggioranza di centrosinistra nel 2013. Nonna, stai bene a sentire. La legge non dice che il Sindaco può fare come gli pare, eleggendo chi vuole a dipendente pubblico, per di più senza concorso. Dice, invece, che si possono individuare dipendenti dell’amministrazione da sottrarre al comando dei dirigenti, per metterli sotto la guida del Sindaco, nella ratio della creazione appunto di un rapporto diretto e fiduciario.

Bari, nonna Teresa, non è Binetto, e quindi qualcuno che avrebbe avuto le caratteritiche degli attuali componenti dello staff, probabilmente si sarebbe potuto trovare. Nel caso non ci fossero stati, e solo a quel punto, si sarebbe potuto dare via libera alla fiducia a persone esterna all’Ente. Il fatto, poi, che in tanti sono accorsi in difesa del primo cittadino barese, forse perché la cattiva abitudine di pescare dalla campagna elettorale e dai partiti i componenti dello staff è partiolarmente diffusa, non giustifica l’interpretazione data alla legge. Quello delle “nomine fiduciarie” è un giochino vecchio come quando tu, nonna, giocavi al virruzzo. Un pretesto per dire che gli ispettori hanno debordato. Debordato? Sì, va bene, ma debordato da cosa, visto che è la legge stessa ad assegnare agli ispettori i compiti diligentemente portati a termine?

Nonna Teresa, adesso non fare confusione. Non stiamo discutendo la caratura umana e professionale di “Tutti gli uomini del presidente”, in questo caso del Sindaco, ma le leggi non possono essere strumento per accusare nemici o per difendere gli amici. La legge non conosce ignoranza, nemmeno la tua nonna, ma soprattutto non conosce l’ignoranza di chi dovrebbe conoscere a memoria il Regolamento del Consiglio Comunale.

Vedi nonna, leggendo gli articoli 90, comma 3, lettera e), l’articolo 95 e 96 del Regolamento, la domanda nasce spondanea. Ricordi “Mi manda Lubrano”? Che fine ha fatto il Collegio dei Revisori dei Conti, che ha l’obbligo di riferire al Consiglio e alle autorità competenti eventuali irregolarità riscontrate? Perché dobbiamo ascoltare le repliche di chi viene tirato in causa e non il parere del Collegio? Il silenzio, cara nonna, è totale. Stai tranquilla, non dipende dal fatto che ormai non senti più da un orecchio. Anche i Capigruppo, sempre per quel benedetto Regolamento, potrebbero chiedere il parere del Collegio, il primo arbitro di questa contesa: hanno ragione gli ispettori del ministero o l’Aministrazione Decaro? Nonna Teresa, la domanda nasce spontanea, ma evidentemente per avere qualche risposta bisogna insistere un po’.

Oh, che se poi non hai capito, posso sempre rispiegartela l’antifona. Magari la ricapitoliamo nelle prossime puntate di Mef, la nuova soap opera del Comune di Bari.