“Bisogna eliminare tutti i vitalizi e tutti gli stipendi dei politici, dai parlamentari ai consiglieri municipali”, pur rendendosi conto che “anche chi fa politica deve poter vivere e ed avere il modo di invecchiare con dignità”. Così parlò su Facebook il 23 settembre scorso il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“Faccio una proposta, chi candidandosi può continuare a svolgere il suo lavoro può lavorare gratis, e fare il presidente o consigliere regionale gratis. Potremmo eliminare completamente l’emolumento. Chi è obbligato per legge o dal contesto ad andare in aspettativa, può continuare a prendere lo stipendio che prendeva prima. Se erano 1500 euro, continuerà a prendere 1.500 euro. Con un limite verso l’alto e verso il basso: il primo potrebbe coincidere con lo stipendio dei sindaci delle città metropolitane, l’altro con la retribuzione categoria D3 della pubblica amministrazione”. Questa era la proposta del  presidente Emiliano il 9 aprile del 2015, nel pieno della campagna elettorale per la corsa alla poltrona di governatore della Puglia.

Tra il dire e il fare c’è sempre di mezzo il mare di privilegi ai quali è difficile rinunciare una volta riusciti a salire su una quasiasi poltrona. Si fossero davvero voluti ridurre privilegi e compensi della politica, lo si sarebbe potuto fare prima e in maniera più determinata. E se i consiglieri della Regione languono, gli amministratori del Comune di Bari non hanno certo molta più voglia di lomitare i propri compensi.

L’autoriduzione del 5% dello stipendio stabilita dal presidente del Consiglio Comunale barese, Pasquale di Rella, purtroppo è rimasta l’iniziativa isolata di un uomo conscio dell’inaccettabile disparità di trattamento tra chi ha il potere di decidere e quanti quelle scelte le subiscono e basta. Neppure uno dei colleghi del presidente o degli amministratori locali, ha sentito la necessità di seguire il suo esempio. In questo momento particolarmente delicato per la vita dei comuni mortali, i baresi s’aspettano un segnale.

Non ci ha pensato il Sindaco, ma nemmeno lo hanno fatto gli assessori e i consiglieri. Non vogliamo fare i conti in tasca nè andare a caccia delle dichiarazioni dei redditi, ma su una cosa non ci sono molti dubbi: fatte salve le dovute eccezioni, la stragrande maggioranza di chi è stato chiamato a guidare la città di Bari ha migliorato sensibilmente la propria posizione econominca grazie all’incarico politico. Euro più, euro meno, se percepisci circa 6.500 da primo cittadino, 4.600 da vicesindaco e 4.000 da assessore, cifre che vanno al di là anche del pur buono stipendio da ingegnere qualunque uno sforzo lo potresti anche fare. E allora, aspettando, ai comuni mortali non resta che naufragare nel mare delle promesse.