Tra le nuove concrezioni simpatiche, bizzarre o meravigliose delle Grotte di Castellana, ce n’è una che sfugge quasi sempre al turista strafottente, a quello per caso, che nelle viscere della terra ci deve andare solo per non farsi ridere dietro al ritorno a casa. “Ma come, sei andato a Bari e non hai visto le Grotte di Castellana?”. Lui in quel posto, dove il punto più basso è 72 metri sotto terra e il tasso di umidità sfiora il 100%, non ci voleva neppure andare.

Quella concrezione è un maiale, persino dal colore rosa a causa delle luci artificiali che indirettamente lo illuminano. Si tratta della testa di un maiale che è possibile ammirare in basso a destra, sulla via del ritorno, dopo aver visto la grotta bianca. Le guide, tutte bravissime, non la segnalano perché nessuno ha ancora convito tutti di quella somiglianza, com’è stato per la madonnina, il cobra, la lupa, la gamba della ballerina, il cammello, il cono gelato, l’asso di bastoni e via dicendo.

Quella testa di maiale ben simboleggia un certo modo di fare il turista, quello che non stacca stalattiti, ma si trascina stanco appoggiandosi ovunque, anche alle stalagmiti, nonostante venga ribadito fino alla nausea il fatto che in quel modo si formi una patina di grasso che rallenta la crescita, già lenta, di un centimetro ogni quarant’anni delle concrezioni. E dopo essersi appoggiati ovunque, mentre guardano in alto, con nonchalance quei turisti buttano sotto le scarpe il fazzolettino di carta con cui si sono appena puliti il naso.

Nel percorso di tre chilometri, fatto il giorno dopo aver beccato il turista con la stalattite in mano, siamo rimasti colpiti dal comune denominatore dei turisti per forza: la propensione allo scatto, non in avanti per compattare il gruppo, ma fotografico e per di più col flash. Durante il tragitto la guida si sgola: “Non si possono fare fotografie”. Loro, i turisti per caso, invece, continuano senza che nessun altro nel gruppo li redarguisca, perché ognuno prova a farla quella fotografia proibita.

E non importa se l’asso di bastoni o il cammello diventino verdi alla luce del flash, ma soprattutto non importa che il Comune di Castellana su quelle immagini abbia riservato tutti i diritti per portare avanti la barracca. C’è chi stacca le stalattiti per gioco o per avere il souvenir esclusivo, ma ci sono anche troppi turisti distratti, quelli che passano il tempo a cercare un punto dove il telefonino abbia campo. Rassegegnatevi, il cellulare nelle grotte non ha segnale. In ogni caso, però, potete continuare a commentare sui social network l’abominio della stalattite staccata da quell’incivile di un barese. Potete farlo perché i turisti distratti non siete voi, sempre attenti e rispettosi.