La vita è così, ti fa sorridere e un attimo dopo disperare. Eravamo pronti a raccontarvi che per Morris Del Basso, il 32enne barese padre di cinque figli, martedì prossimo iniziava a schiarirsi il futuro. Morris, la cui storia non è passata inosservata, come annunciato nei giorni scorsi, martedì prossimo inizierà un lavoro in prova, con un regolare contratto, a 500 euro al mese per 30 ore settimanali, ma soprattutto con la promessa dell’imprenditore di rendere quell’occupazione a tempo indeterminato.

La vita, però, nei confronti di qualcuno, è particolarmente cinica. Una prova costante. Succede che solo 96 ore dal primo giorno di lavoro, Morris abbia perso suo padre Giovanni. Aveva 64 anni. Morris sbarcava il lunario, da abusivo, accanto alla bancarella regolare del padre, l’uomo che non gli ha girato le spalle, quando ha dovuto ospitarlo in casa insieme a tutta la sua famiglia. Nove sotto lo stesso tetto. Il punto di riferimento di un’esistenza da troppo tempo in salita.

Ieri, Giovanni, intorno alle sei del pomeriggio, è caduto. Ha battuto la testa ed è morto. Il cadavere sarà sottoposto ad un esame autoptico, nel tentativo di risalire alle cause del decesso, per capire se a generare la morta sia stato un fattore accidentale o un malore. Il risultato cambia poco il senso della storia di Morris, che tra meno di due mesi diventerà padre per la quarta volta (Il primo figlio Gaia lo ha avuto da un precedente compagno ndr.).

In una vita come quella di Morris non c’è nemmeno tempo per il dolore. C’è da pensare alla famiglia, provando a capire cosa fare anche per sua madre e l’altro fratello più piccolo, avendo loro perso l’unica fonte di reddito. “Non mi posso ammazzare”, ci aveva detto Morris in questo servizio. Ci ha pensato la vita ad ammazzare suo padre, che nello stesso servizio, ci parlava di come avrebbe voluto un futuro diverso per suo figlio.

Giovanni, chissà che martedì per Morris non inizi davvero qualcosa di nuovo, di più stabile. Speriamo che l’ammininistrazione comunale, ora che tuo figlio ha trovato un lavoro, seppure ancora con una opaga modesta, non decida di scaricarlo prendendo a pretesto proprio il fatto che adesso c’è un’occupazione. È vero che c’è sempre chi sta peggio, ma al peggio non c’è mai fine.