Se quel farabutto non avesse minacciato di morte il sindaco, attirando su di sè praticamente tutte le attenzioni mediatiche, le analisi sul livello di abusivismo raggiunto dalla nostra meravigliosa e maledetta città di Bari sarebbero state meno partigiane a prescindere. Sì, perché anche quella solo pronunciata, è una violenza da condannare. Tutto il resto è noia, così sembra.

Tanti di quelli che hanno espresso solidarietà al primo cittadino sulle pagine dei social network, hanno continuato a dare caffè a piacere, senza chiedersi chi fossero quei parcheggiatori abusivi, che in parecchi casi pretendono soldi bruscamente, anche su aree comunali o in strutture pubbliche, persino negli ospedali presidiati dalle guardie giurate.

Molti dei solidarnosh in salsa barese, continuano a comprare pesce senza scontrino dai venditori sul lungomare di Crollalanza, semplicemente perché è sempre stato così e sarà sempre così. L’ignoranza si mescola all’arroganza e al comune sentire. A quel punto la frittata è fatta.

L’elenco dei luoghi in cui si consuma il culto dell’abusivismo sono troppo evidenti e alla luce del sole, frequentati in maniera divertita anche da chi dovrebbe far rispettare le regole, per avere realmente voglia di intervenire. E allora l’incapacità di dare un’alternativa al disperato, diventa tolleranza della sgagliozza, della popizza, del caffè a piacere, dell’involtino, del polpo e della birra.

È in quella tolleranza che per anni la malavita ha sguazzato, credendo persino di doversi sdebitare nei seggi di un’elezione amministrativa. La malavita, i clan, però, sono solo un aspetto del problema, che più in generale si può tradurre in gestione del welfare. Spesso, in maniera confusa, buttiamo tutto in caciara, credendo di cavarcela etichettando con la parola malavitoso tutto ciò che è abusivo. Niente di più sbagliato.

Quel o quei pirla che stanno minacciando il sindaco, hanno forse fatto perdere una grande occasione alla città di Bari dopo i fattacci di San Nicola. La possibilità di riflettere profondamente su ciò che siamo, per capire se vogliamo restare il paesone che è sempre stata Bari, o la Città Metropolitana che sulle carte e a torto crediamo di essere.

L’abusivismo è un concetto più ampio, che riguarda tutti, anche chi parcheggia l’auto sulle strisce pedonali, per comprare 20 euro di pesce senza scontrino sotto gli occhi di una pattuglia delle forze dell’ordine ferma al semaforo poco distante.

Il venditore e l’acquirente non appartengono ai clan, hanno la fedina penale pulita, ma restano abusivi. Sindaco, per sconfiggere i clan prima è necessario abbattere i luoghi comuni dell’abusivismo, tanto quelli fisici quanto quelli mentali.

Abbiamo distrutto fornacelle e frigoriferi sequestrati. Bene. Sarebbe stato benissimo, se insieme a quelli avessimo iniziato anche a rottamare la convinzione che la soluzione ai problemi sono un frigorifero e una fornacella. Ora speriamo che il o i pirla che la stanno minacciando vengano sgamati. Sindaco, seppure qualche volta pensi il contrario, siamo dalla tua parte. È solo che tu devi amministrare e noi dobbiamo fare i cani da guardia.