L’audio che sentirete è l’ennesima dimostrazione di quanto la posta in palio sia altissima: la vita stessa dei soccorritori sfruttati fino all’osso e illusi da mille promesse mai mantentute in questi ultimi anni. “Sarete internalizzati”, gli è stato detto più volte. Si tratta soprattutto dei soccorritori del 118, che devono farsi bastare un rimborso di circa 500 euro, per qualcuno anche unica fonte di reddito. Lavoratori a tutti gli effetti come diciamo da sempre, di un lavoro che più sommerso non si può: il volontario.

Oggi, dopo un incontro tra un iscritto al sindacato Usppi e il direttore generale della Asl di Bari, Vito Montanaro, apprendiamo due verità. La direzione generale dell’azienda sanitaria sta lavorando per l’internalizzazione del sistema 118 Barese – a differenza di quanto abbiamo ipotizzato in mattinata – e porterà presto la cosa all’attenzione della Regione Puglia. Bene, benissimo. Così fosse sarebbero state  ascoltate tutte le preghiere in lacrime di centinaia e centinaia di persone costrette a farsi piacere qualunque cosa, a subire angherie di ogni tipo, pur di portare un tozzo di pane a casa.

Vittoria, seppure siamo abituati a non cantarla prima di avere il risultato in saccoccia. Del resto, le promesse fatte negli anni degli assessori regionali, direttori generali della Asl di Bari e dirigenti che si sono succedute negli anni, ci hanno insegnato ad avere i piedi per terra. L’altra verità è ciò che il direttore generale della Asl di Bari pensa di me, per transitività del nostro giornale. Ribadiamo come abbiamo sottolineato in occasione dell’inchiesta sul Petruzzelli: non un sito internet, un blog, una pagina Facebook, ma una testata giornalistica. Nel messaggio vocale il sindacalista racconta agli iscritti in un gruppo whatsapp, che a detta del direttore generale Montanaro sono un lestofante e un farabutto.

Parole traducibili con mille sinonimi: individuo di poco conto, spregevole e fannullone, cialtrone, mascalzone, letteralmente “ladro di frodo”, persona sleale e senza scrupoli, canaglia. Montanaro è anche convinto che la mia sia una battaglia personale nei suoi confronti. Per sottolineare come non sia affatto vero abbiamo deciso anche di non rendere riconoscibile la voce di chi parla. Persona che conosciamo bene. Nelle nostre inchieste non c’è niente di personale.

Ad eccezione di rogne, offese, minacce di morte e la diffidenza di gran parte degli operatori sanitari, non abbiamo nessun tornaconto e né vogliamo averne. A meno che farabutto e lestofante non siano gli appellativi affibiati per le nostre tante denunce e inchieste giornalistiche, nella maggior parte dei casi risultate assolutamente fondate. Fosse così capiremmo la frustrazione. Farabutto e lestofante è chi imbroglia per interessi personali. Di sicuro noi non ne abbiamo. Non abbiamo parenti e amici di nessun tipo da sistemare alla Asl o in qualche associazione di volontariato che gestisce il 118. Una cosa è certa. Non molleremo la presa fino a quando le dicisioni, anche quelle in cantiere, non saranno condivise con i diretti interessati, i lavoratori-soccorritori nente affatto volontari del 118.

Restiamo a disposizione del direttore generale della Asl di Bari e di chiunque altro abbia qualcosa da dire in merito. Le nostre, tuttavia, non saranno mai domande di rito.