Tra il dire e il fare ci sono di mezzo una quantità inaudità di proclami di chiara scuola vendoliana, recitati in politichese stretto, quasi incomprensibile. In principio abbiamo scoperto che, a differenza di quanto dichiarato dall’assessore alle Culture Silvio Maselli, se c’è voglia di finanziare progetti culturali ai quali si tiene particolarmente i soldi ci sono, anche se il progetto non rientra in quelli censiti che hanno già richiesto il contributo pubblico. L’esempio è quello di “Bari per Bari”.
Ora, invece, constatiamo che il bilancio comunale può essere variato senza neppure troppe difficoltà, con tutti i pareri positivi. A maggior ragione può essere variato se il capitolo di spesa da cui togliere i fondi è quello destinato alle attività culturali. Complessivamente 9mila euro in meno. In particolare, seppure non viene spiegato nel dettaglio, 7mila euro sono destinati “per istituire un capitolo di pari importo, conforme al Piano dei Conti Finanziario al D.Lgs 118/2011 voce Servizi ausiliari per il funzionamento degli uffici, traslochi e facchinaggio”. La cosa più interessante, però, è la fine che fanno gli altri 2mila euro sottratti alla Cultura: “per incrementare di pari importo il capitolo 11202 cdc 290 macroaggregato 03Spese servizi ausiliari teatri” in rapporto alle spese del Teatro Petruzzelli, per la stagione teatrale 2015/2016″.
A lavare la testa al ciuccio si perde tempo, acqua e sapone. Comincio a credere che mio nonno non sbagliasse un colpo. Ecco spiagate le ragioni della condanna a morte di questa città. Volere è potere, ma soprattutto potere è volere. Lo dimostrano alcune ultime delibere di Giunta, proprio come questa del 3 dicebre scorso. È facile dedurre che quando si allude a cavilli, norme, mancanza di fondi e molto altro ancora per non fare qualcosa, dietro in realtà possa nascondersi una mancanza di volontà.
Ogni anno il Comune finanzia con circa 2 milioni di euro la Fondazione Petruzzelli. Quest’anno, poi, quel finanziamento ha assunto un valore più significativo, perché è servito a ripianare la voragine creata da Carlo Fuortes, che non ha pagato neppure due spiccioli per aver quasi affossato il teatro che avrebbe dovuto risanare. Se davvero i soldi già dati alla Fondazione non erano sufficienti, al posto di sottrarli agli affamati (secondo Maselli) della Cultura – che in realtà sono particolarmente infuriati – si sarebbe potuto chiederli a chi ha trasformato quel teatro in una vacca da mungere a piacimento per l’arricchimento personale e non per il bene della città. Vedremo fin dove porteranno le indagini della Procura delegate alla Disgos. Dopo i tanti appalti alla carlona, le belle parole senza fatti, una totale assenza di programmazione, volevamo complimentarci ancora una volta con lei assessore Maselli e con tutta l’amministrazione per questo ennesimo capolavoro.