Una laurea, si sa, non si nega mai a nessuno, soprattutto a personalità scafate giunte all’apice della propria carriera professionale. È successo all’Università di Bari. Il laureato per causa d’onore è Vincenzo Magistà, direttore responsabile del Tg Norba. La Facoltà è quella di Economia e Commercio, mentre il corso di laurea: Marketing e Comunicazione aziendale, non Marketting e Comunicazione aziendale. E che ci azzecca?

Evidentemente non molto se si considera l’approvazione non certo plebiscitaria. Il Senato Accademico dell’Ateneo di Bari ha approvato a maggioranza la proposta, che in corso d’opera è slittata almeno una volta. Qualcuno ha storto il naso, qualcun altro ha spinto molto per raggiungere l’obiettivo. La notizia è ufficiale, ma non è stata abbastanza pubblicizzata. Sarebbe stato più opportuno sottolonieare il grande lavoro fatto con Telenorba da Magistà: la sua ascesa, il tripudio pugliese, il digitale. Lo si sarebbe potuto fare attribuendogli l’onore di una laurea in Scienze della Comunicazione, ben più calzante rispetto alle sue doti di eccelso giornalista, capace come pochi di fiutare e filtrare notizie e correnti.

Certo, è anche vero che il direttore, tra i volti più amati della televisione pugliese, ha saputo gestire come nessun altro la crisi della sua azienda, le magagne durante la cassa integrazione, i licenziamenti e la solidarietà, continuando a dare del Gruppo di Conversano che rappresenta da quasi quarant’anni, un’immagine di solidità apprezzata soprattutto dagli investitori. Magistà ha saputo anche blindare la perdita del primato nazionale di ascolti.

I giornalisti, quelli che si sono laureati col sangue e col sudore in Scienze della Comunicazione, sanno bene che una delle cose più difficili da comunicare è proprio la crisi. Scegliere di non dire è essa stessa una comunicazione preziosa. A questo punto però, a maggior ragione in considerazione del mio scarso livello di istruzione – maturità scientifica con 43, quando il massimo era 60 – mi candido anch’io per una laurea ad honorem in Medicina, magari non anche in Chirurgia. Non in Scienze della Comunicazione, ma in Medicina per le nostre inchieste in tema di Sanità, che ormai mi hanno portato a saperne almeno quanto uno che si è laureato col sangue e col sudore in Medicia e pure in Chirurgia.