“Chi sa deve parlare. E se i cittadini non hanno voglia di parlare con la polizia, con i carabinieri o con la Guardia di finanza, possono farlo in maniera anonima, possono farlo nella stanza del sindaco, possono dire a me quello che hanno visto, poi lo riferisco io in maniera riservata senza dire chi me lo ha detto”.
Eduardo un giorno scrisse uno dei suoi tanti capolavori: Il Sindaco del Rione Sanità. Il protagonista era appunto un sindaco, certo non eletto dal popolo e nemmeno da un Consiglio Comunale.
Un Camorrista che teneva in ordine un quartiere, la Sanità di Napoli, esercitando una sorta di arbitrato indipendente, volontario e inappellabile. Ma le frasi con cui abbiamo aperto l’articolo non sono tratte dalla tragedia di Eduardo. Sono state scritte dal primo cittadino di Bari sulla sua pagina Facebook, quasi sicuramente sull’onda emotiva del secondo delitto in città in pochi giorni, quello del giovane Midio, che si aggiungeva alla morte violenta per mano di un sicario armato da un collega poco amichevole, di Beppe Sciannimanico, il mediatore immobiliare di 28 anni.
Entrambi i delitti sono stati risolti da magistrati e forze dell’ordine e i presunti colpevoli affidati alla Giustizia. E dunque non c’è stato bisogno, almeno in questo caso, di ricorrere alla delazione per mezzo del Sindaco, nuovo strumento di indagine, a quanto pare, che però trasforma il cittadino in spione vigliacco e il sindaco in ruffiano. E non crediamo che Bari ne abbia bisogno.
Il corto circuito che sta separando sempre più la città da se stessa (chi sono i cittadini se non espressioni viventi e dinamiche della città?) è iniziato da una campagna elettorale con lo slogan facile facile “chiama a Decaro” o “dillo a Decaro”, come se tutto fosse risolvibile da un’unica persona.
Ora siamo (quasi) al fondo, con due anni di politiche sociali azzerate e vilipese (cominciando dalla indecente situazione in cui vengono tenuti 160 concittadini da statuto di Bari, sotto le luride volte di un capannone fatiscente, per continuare con il welfare ridotto al trionfo del terzo settore privato, grazie a una Assessora che marcia a senso unico) e nessuna vera politica di educazione alla legalità, portano a questo: al Sindaco ruffiano che raccoglie nel segreto del suo orecchio dicerie e “rivelazioni” di concittadini vigliacchi e maldisposti e poi le riversa sulle forze dell’ordine.
Evidentemente questa città merita questo sindaco, con buona pace di chi credeva davvero bastasse votarlo perchè si compissero i miracoli.