telecardiologia

Qualcuno ha parlato di “un bambino appena nato” di cui già dobbiamo preoccuparci senza dargli il tempo di rivelarsi per quello che è. Cattivissimi noi del “blog locale” (una testata nazionale regolarmente registrata in Tribunale e facciamo numeri e letture che alcuni cosiddetti grandi giornali si sognano la notte, giusto per chiarire), che stiamo denunciando le falle paurose, i pericoli imminenti, i difetti strutturali di un sistema che non poteva assolutamente partire e che invece è partito. Sprezzo del pericolo, incoscienza, protervia. Un po’ tutto questo e anche altro.
Il sistema di potere diffuso e complice che tiene in piedi tutto il malaffare di questa Regione è andato in fibrillazione (!) ma sta reggendo, anche grazie a una incredibile (e per quello che ci riguarda, devastante) solidarietà pelosa e lecchina da parte di un sistema mediatico che finge di non capire, di non vedere, di non verificare ciò che peraltro è sotto gli occhi, le orecchie e le intelligenze di tutti.

La Puglia non gode di una copertura internet totale: indispensabile per il servizio appena partito, tanto è vero che gli operatori stanno continuando a chiamare la Cardio on line, che ha svolto il servizio sino a ieri, per la refertazione cardiaca. Continueremo a pubblicare le testimonianze di medici che si lamentano per i tablet che non funzionano per mancata copertura Internet o che risultano scomodi e poco pratici in caso di soccorso.

Continueremo a denunciare un sistema che non protegge tutta la popolazione ma solo quella che ha la fortuna di vivere dove arriva Internet: e le zone buie, come la Valle d’Itria, o larghe parti della Murgia, o il Sub appennino Dauno, di alcune zone del Salento devono raccomandarsi ai loro dei, se ne hanno. Quella della Murgia, in special modo, perchè in caso di necessità della Emodinamica devono raggiungere Acquaviva, visto al Perinei non esiste.

Telecardiologia, questa appena partita, non è un bambino appena nato: è un frettoloso aborto. Un neonato a termine, si presume, è stato seguito per nove mesi, sua madre ha dovuto fare esami, ecografie, amniocentesi nel caso. Sono stati coinvolti ginecologi e nutrizionisti, cardiologi e diabetologi. Sono state eseguite periodicamente esami del sangue e delle urine per monitorare i valori. E dunque alla nascita, se tutto è andato bene, si presume che quella creatura abbia un’aspettativa di vita decente.

Telecardiologia non era pronta, per difetti profondi e strutturali di cui abbiamo parlato diffusamente e continueremo a documentare; e senza voler augurare il male a nessuno: che succederà appena il primo medico, bloccato dalla mancanza di segnale internet o dal cattivo funzionamento dei tablet, si parerà il posteriore e la fedina penale chiamando i carabinieri?

Nella delusione e indignazione che ci ha travolti, sentiamo di dolerci specialmente per una mancata decisione di un decisionista per eccellenza: Michele Emiliano, lei deve stoppare il servizio. O dia ordine di staccare completamente la cardio on line, di tagliare questo cordone ombelicale che può sopperire alle gravi deficienze di Telecardiologia. Se il sistema è davvero pronto, allora deve proseguire da solo. Se non ce la fa da solo, allora non è pronto. E’ tutto molto semplice e chiaro: anche se a molti colleghi e a quasi tutti i giornali tutto appare artificioso e macchinoso.

Qui si sentono un po’ tutti blindati e superpotenti, immortali ed invincibili, telecardiologia è l’esempio più chiaro di questa protervia colpevole che si nutre, letteralmente, del sangue e delle vite di tutti noi. Ma attenzione, tutti i giganti hanno piedi di argilla: e se persino la Volkswagen ha dovuto chiedere scusa per l’imbroglio planetario che aveva combinato, figuriamoci se quattro ladri di polli con gli abiti e le cravatte da migliaia di euro possono immaginare di farla, ancora una volta, franca.