Ignazio Zullo, capogruppo alla Regione di Oltre con Fitto – l’altro ramo del lago di Forza Italia – si è svegliato dal letargo. In tanti, però, non se ne sono accorti, appuntandosi sul petto il merito del risveglio. Ciò che è successo per la storia delle 13 automediche abbandonate per più di due anni dalle istituzioni oltre che fisicamente all’esterno dell’ospedale Fallacara di Triggiano, sede del coordinamento del 118 barese, è quanto di peggio la politica possa produrre. La denuncia a comando, che sa tanto di minestra riscaldata; la spasmodica ricerca di consensi e la dimostrazione di non essere stati con le mani in mano. Dal 7 giugno 2014 al 31 maggio 2015 abbiamo scritto quindici volte dello scempio di quelle 13 automediche costate 300mila euro, allestite una seconda volta perché la prima qualcuno era stato distratto, abbandonate in quel parcheggio. Attraverso video e fotografie abbiamo fatto vedere le ragnatele sul parabrezza, gli pneumatici sgonfi, le batterie staccate. Abbiamo raccontato anche come in occasione di qualche festa patronale quelle automediche miracolosamente entravano in funzione dopo la richiesta di un amministratore mentre tutto il sistema del 118 continua ad andare in malora. Un primo segnale di risveglio Zullo lo aveva dato in piena campagna elettorale quando, come molti suoi colleghi, mi aveva fatto chiamare da una sua segretaria. Credevo fosse per rilanciare una delle nostre denunce su quelle automediche abbandonate, invece, cercava solo il voto in considerazione della lunga conoscenza. Ma la segretaria lo avrà fatto presente a chiunque della solidità del rapporto con il presidente. Zullo lo abbiamo anche intervistato in passato sulle questioni della sanità. Un giorno di agosto, poi, succede ciò che non ti aspetti. Zullo decide che è arrivato il momento di sguainare la spada. Lo fa dopo più di due anni in cui abbiamo chiesto a più riprese l’intervento della Corte dei Conti, l’intervento dell’ex direttore generale della Asl di Bari Mimmo Colasanto e quello attuale Vito Montanaro e quello degli assessori regionali alla Sanità che si sono succeduti in questo periodo, Donato Pentassuglia prima e Michele Emiliano ora, nonchè del coordinatore del 118, Antonio Dibello. Dopo due anni in cui abbiamo chiesto anche il suo intervento. Buongiorno presidente, se vuole stare sul pezzo ce lo dica, siamo sempre pronti a rilanciare qualsiasi sacrosanta battaglia, anche le sue come abbiamo sempre fatto, per il bene della cosa pubblica. Intervenire con due anni di ritardo, purtroppo, la rende colpevole almeno quanto chi è stato al governo della Regione e se n’è infischiato di prendere una decisione.