Cominciamo con il ricordare che in maggioranza non è stata eletta nemmeno una donna. Per cui Michele Emiliano non ha materialmente alcuna possibilità di avere una giunta perfettamente in equilibrio di genere. L’attuale statuto, infatti, gli consente di avere solo due assessori/e esterne su dieci. Gli altri otto devono arrivare dal Consiglio. orbene, essendosi tenuto la Sanità, Emiliano deve scegliere 9 assessori, di cui due soli esterni e sette interni.

Le donne, dunque, potranno essere solo due esterne e a quanto pare lo stesso Emiliano ha giá detto di averle individuate. Quindi almeno queste due sono fuori dalla sagra dell’assessore.

I cinque che vengono scelti da tremila cittadini (una sorta di grandi elettori a fronte di un paio di 3 milioni e mezzo di aventi diritto), dovranno essere per forza maschi, non essendoci donne fra le elette in maggioranza. I bene informati giurano che Emiliano ha deciso anche questi nomi, per esempio Giovanni Giannini, uscente dei Trasporti, prenderà la delega al Territorio e Urbanistica, degno successore di una eccezionale Angela Barbanente, generalmente considerata la migliore fra le assessore e gli assessori dei due governi Vendola.

Fra i dieci  papabili che sono stati messi nel bussolotto della sagra, poi, mancano due capibastone del Pd, risultati entrambi fra i maggiori suffragati, come Mario Loizzo e Marco Lacarra, a meno che non rientrino fra quelli che Emiliano si riserva di scegliere. Ma se così fosse, non ci potrebbe mai essere parità di genere, perchè cinque più due fa sette (maschi) a fronte di tre donne di cui due esterne. La terza donna interna al Consiglio, allora, dove la va a pescare il Presidente? Lui vorrebbe cooptare una cinque stelle, ma da quella sponda ripetono sempre lo stesso mantra e cioè che non accetteranno mai.

Sempre che si concretizzino le voci di un transito di un paio di grillini sotto l’ala di Emiliano, di cui almeno una donna. In questo modo ci sarebbe anche la terza quota rosa interna. Ma a monte di tutto questo c’è solo la riforma dello statuto che consenta di pescare assessore dall’esterno del Consiglio. Ci vorrà almeno un anno, se va tutto bene e non è detto che, anche se con una maggioranza solida, le cose vadano de plano, vista l’allergia per le questioni di genere che di solito le assemblee a forte presenza maschile presentano.