Abbiamo confrontato le ultime dichiarazioni dei nuovi consiglieri regionali con quelle rilasciate da chi li ha preceduti. Le solite, approfondite, puntuali, argomentate, supercazzole. Come se fosse antani. Il problema vero del 118 è che chi s’indigna a comando ne sa sempre una meno del diavolo e di quanti siedono sulle poltrone dorate nelle stanze dei bottoni.

I paladini a tempo determinato hanno la spada di plastica che s’illumina se spingi un bottone, mentre i comandanti detengono un’arma invincibile: la mancata decisione. Tra una dichiarazione piccata, spesso senza sapere ciò di cui si parla, Asl di Bari e Coordinamento del 118, a vario titolo e in concorso, prendono tempo, rimandano decisioni, preoccupati più che altro dal clamore mediatico sulla gestione a dir poco fallimentare. Sembra che il mondo debba rimanere così com’è, persino peggiorare in alcune specifiche circostanze.

Lo sfratto della postazione 118 del Tribunale è l’emblema della sciatteria gestionale e istituzionale. Il problema era noto da tempo, solo Pulcinella credeva di detenere un vitale segreto. Quelle stanze nel palazzone della Giustizia erano inadeguate, certamente non agibili per una postazione del 118, fermo restando la necessità del Tribunale di rientrarne in possesso. Radere al suolo e ricominciare. Ma com’è possibile se, una su tutte, il “Piano di riordino” del sistema è fermo dal 2009? Gli anni passano ed è già vecchio senza mai essere stato applicato.

Nessuno ha sentito la necessità di chiedere conto delle automediche abbandonate a Triggiano, del mancato affidamento delle postazioni della Asl di Bari alle associazioni di volontariato, nonostante l’assegnazione sia stata deliberata dal primo giugno. La situazione resta intatta, come se non si volessero individuare i responsabili del triste scempio da paese sottosviluppato. La Sanità è un carrozzone per definizione e quindi – a detta di molti – deve andare così. Per quanto ci risulta non esiste una regola scritta.

Non strumentalizzate anche queste considerazioni, scagliandovi contro Loconte e il suo giornale, quelli che vogliono male al 118. Al contrario di tanti delatori vogliamo più bene noi al sistema di emergenza-urgenza di tanti appagati, attempati e inefficienti burocrati. Se il personale del 118 barese non fosse nella stragrande maggioranza valido e professionale – seppure c’è ancora qualcuno che sta sulle ambulanze e al coordinamento senza avere alcun titolo – il collasso sarebbe assicurato.

Una simile dedizione e abnegazione non possono essere ripagate con monete false. Agli occhi della gente, purtroppo, medici, infermieri, soccorritori e autisti finiscono per rappresentare l’unico male di un sistema bicefalo (Centrale operativa in carico al Policlinico, Coordinamento del 118 alla Asl), che fa acqua da tutte le parti.

Consigliere Damascelli è stato coraggioso. Il nostro non è un attacco personale nei suoi confronti, per carità. La vogliamo solo informare del percorso periglioso che ha deciso di intraprendere. Ha lanciato la pietra, ora non nasconda la mano. Senta gli operatori, si faccia raccontare le loro assurde storie, convochi chi ha l’autorità di spiegarle questa porcheria. Ricordi solo, consigliere Damascelli, che prima di lei in tanti sono caduti dopo essere stati colpiti dal boomerang della supercazzola lanciata nel mucchio. Non faccia lo stesso errore.