Il medico di guardia rifiuta di aprire l’ambulatorio mezzora dopo la chiusura dell’orario previsto, pur essendo all’interno della struttura, costringendo la malcapitata paziente a chiamare i Carabinieri. È successo venerdì sera alla Guradia Medica di Adelfia. L’episodio ha fatto il giro d’Italia e scatenato in rete commenti di ogni tipo, sollevando indignazione, ma soprattutto un acceso dibattito sull’utilità di un serizio strutturato in questo modo balordo.

Sulla questione è intervento Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bari ed ex presidente della Federazione dei medici di medicina generale della Puglia. Anelli scrive che avierà un’indagine interna per sapere il nome del medico. Ci fa piacere, molto piacere, sempre che – appurata l’eventuale negligenza – questa indagine porti a qualcosa in più rispetto al solo provvedimento personale.

A sentire pareri autorevoli di medici di pronto soccorso, personale del 118 e più in generale operatori della Sanità, ad essere in discussione è nel suo complesso il servizio stesso, organizzato in questa inutile maniera. Un alto costo per la comunità che, in cambio, non riceve un’assistenza medica deguata sul territorio, in grado di garatire continuità rispetto al Pronto soccorso di un qualsiasi ospedale.

A tal proposito pubblichiamo il commento di un medico in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale San Paolo di Bari: «Al di là dei singoli “casi”, c’è da rivedere il “sistema di privilegi”, come le fasce orarie. Che razza di continuità assistenziale è quando si autorizza ad avere “orari di visita e prescrizione”? Fantascienza che va avanti da anni. Se, come preferisco credere, alla luce anche di certi episodi di cronaca, ai colleghi di guardia medica è stato concesso un margine (?) orario in cui sono tenuti soltanto a rispondere al telefono (mi chiedo sempre come si possa valutare un paziente telefonicamente, ma questa è un’altra faccenda), mi pongo da tempo e pongo a chi di competenza la stessa domanda: Perché la Guardia Medica non viene in ambulatorio preposto a turnare in Pronto Soccorso con noi? Possiamo filtrare dal triage i codicibianchi e gran parte dei verdi direttamente nella sala visita del collega. O no? Forse chiedo troppo?»

No, non chiede troppo. Il vero problema – per quanto ci riguarda evidente dopo tre anni di inchieste sulla sanità regionale – è che chi prende decisioni sulla pelle della gente non si preoccupa di capire come vorrebbe essere assistito se dovesse trovarsi in difficoltà. E sa perché? Chi prende decisioni, trattando le persone come numeri che devono essere incastrati in bilanci bugiardi, non chiama al telefono il numero della Guardia Medica per avere una consulenza telefonica. Telefona direttamente al primario o a chi può assicurargli un accesso immediato alle cure, quelle dei vip, non dei comuni mortali.

Ciò che sconvolge, però, è la cocciutagine e l’arroganza. In molti casi i mali della santà dipendono da assurde organizzazioni e non dalla solita e ormai abusta scusa della mancanza di soldi. Se si ascoltassero di più medici e operatori sanitati come lei, impegnati sul territorio, con molta probabilità le cose andrebbero meglio. Molto meglio.