Ma quale fulmine a ciel sereno. La notizia che Tommaso Lagattolla, per dieci anni discusso e intoccabile costumista e poi scenografo e in ultimo direttore degli allestimenti del Petruzzelli, sarebbe stato sbattuto fuori dal Teatro, circola da mesi. Adesso è ufficiale. La novità sta solo in questo particolare, seppure non da poco. Finalmente il sovrintendente Massimo Biscardi ha deciso di far cambiare aria all’interno delle mura del Teatro, dentro le quali non sta succedendo proprio un bel niente, al contrario di quanto sostengono i conservatori a tutti i costi, anche quando ad essere conservate sono le cattive abitudini.

Biscardi avrà voluto ricevere ufficialmente la nomina prima di prendere qualsiasi decisione in merido all’eredità ricevuta, in alcuni casi pesante e già stantìa. Allo stesso modo in cui è entrato il nuovo costumista e scenografo Angelo Linzalata (chiamata diretta) era toccato ormai dieci anni fa a Lagattolla. Nessuno dei due si è sottoposto a un concorso. Il loro è un rapporto di fiducia ed evidentemente lo scenografo e costumista barese, vincitore di un premio Oscar che non è un premio Oscar nonostante ciò che si continui a sbandierare ai quattro venti – chiariamolo dovesse essercene ancora bisogno – non gode più della fiducia all’interno della Fondazione. Punto.

Come avevamo già scritto nel silenzio generale, non siamo neppure sicuri che il Cappello di Paglia con cui Lagattattolla ha vinto il “premio” sia un’opera originale. Chissà cosa avrà pensato Alessandro Piva quando ha appreso del (non) premio Oscar. Evidentemente Lagattolla è stato giudicato non tanto come discreto costumista e scenografo, quanto nella sua veste di direttore degli allestimenti, ruolo che forse non ha ricoperto al meglio.

Contro il “licenziamento” Lagattolla ha persino scatenato su Facebook le truppe camellate degli amici degli amici. È stata avviata persino una petizione. Dov’erano questi amici quando abbiamo denunciato le decine di magagne consumate all’interno del Petruzzelli? Dov’erano quando abbiamo detto in anticipo chi avrebbe vinto le gare d’appalto, senza che neppure Lagattolla abbia mai detto una sola parola? Dieci anni per rilanciare il teatro, ha dichiarato Lagattolla – ma altrettanti per beneficiare di vantaggi personali e rilanciare sè stesso. Diciamocela tutta la verità, senza far passare per martire ed eroe della cultura barese chi non lo è affatto. In questi dieci anni Lagattolla ha potuto avviare collaborazini con altri teatri proprio perché il Petruzzelli è stato un bel lasciapassare, usato a piacimento quando si sono ricicciati i costumi, si è spacciato per nuovo ciò che non lo era, si sono millantate coproduzioni smentite dagli interessati, si è affidata la parte tecnica e le forniture alle solite aziende i cui vertici avevano importanti ruoli all’interno del Teatro. Ma di che stiamo parlando? Chissà se prima o poi non si accendano ben altri riflettori su quel palcoscenico bellissimo e maledetto.

Lagattola è stato fatto fuori prima della fine “naturale” del contratto, che Fuortes ha fatto in modo andasse ben oltre la scadenza del suo pessimo lavoro da commissario. Perché imporre la presenza di Lagattola a chi sarebbe arrivato al suo posto? Per giudicarne l’operato è giusto che Biscardi possa sparare le sue munizioni, non quelle a salve caricate da altri. Se avessimo la fortuna di avere le stesse entrature di Tommaso Lagattolla, non ce ne saremmo fatti un cruccio. Un lavoro altrove lo avremmo trovato, magari a Venezia o a Genova. Adesso il direttore degli allestimenti dimostri di non essere attaccato alla poltrona e al compenso e accetti di non avere più la fiducia del sovrintendente e di buona parte del Teatro. Come si potrebbe lavorare sereni in queste condizioni.

Ad maiora al Petruzzelli e a Lagattolla, semper.