All’indomani della rapina a mano armata, messa a segno da due, forse tre persone, che hanno sottratto un bottino di 5, forse 6mila euro, siamo tornati nel negozio Decathlon in via De Blasio, a Bari, per avere chiarimenti sulla dinamica dei fatti.

Persino il giorno in cui è stato commesso il colpo è stato riportato dai giornali in maniera diversa. Sabato sera o domenica sera? Per evitare di scrivere sciocchezze siamo andati direttamente “sul luogo del delitto”. Con grande amarezza – e ormai purtroppo neppure troppa meraviglia – arrivati in negozio abbiamo scoperto di essere noi i veri criminali da accompagnare al cancello con la forza, di non avere diritto di sapere e di non poter avere informazioni dal personale perché, udite udite, correva il rischio di essere licenziato come previsto dal regolamento aziendale.

Certo, abbiamo insistito, il nostro mestiere è quello di raccontare i fatti. Le circostanze erano confuse. Dopo aver chiesto, senza ottenere risposte, qualcuno ha persino chiamato i Carabinieri per aiutarli a sbattere fuori quei giornalisti impertinenti e scostumati. Abbiamo scelto di pubblicare integralmente il video dell’accoglienza e della discussione avuta all’esterno del punto vendita dopo aver chiamato Lissone, il quartier generale di Decathlon Italia.

Dopo alcune ore siamo stati ricontattati per sentirici dire: “Sa, non siamo stati presi di mira. È stata una rapina singola, meglio non parlarne per evitare cattiva pubblicità”. Per la serie se un fatto non viene raccontato, quel fatto non è mai avvenuto. Non siamo d’accordo, così come siamo convinti che la chiarezza e la denuncia siano tra gli strumenti per evitare, o almeno tentare di limitare, che si compiano altri crimini. Il silenzio degli innocenti, secondo noi, aiuta sempre e comunque i colpevoli. Se nessuno lo sa, non lo saprà neanche la prossima volta.