Apprendo da questo articolo che i nostri modi non piacciono a gioianews.it, sono “urlati” e “intimidatori” come quelli di Striscia la Notizia e delle Iene. Da quest’altro articolo – sempre di gioianews.it, invece, apprendo che sono un “ottimo collega”. Al netto dell’indeciso giudizio sul mio (nostro) conto dei colleghi dell’ottima testata online gioiese resta un fatto gravissimo: la presidente del Comitato della Croce Rossa di Gioia del Colle, Maria Teresa Tracquilio, suo marito e gli amici degli amici, continuano a parcheggiare in maniera selvaggia le proprie auto e soprattutto quelle di servizio.

A noi, invece, non piace la strafottenza, non piace chi ci risponde “Ma io sono il presidente!”, non piace chi non si espone o chi cade dal pero quando si scoprono gli altarini sotto i quali si radunano tutti a pregare. Stamattina, dal Comitato barese della Croce Rossa, è partita una richiesta di spiegazioni al presidente gioiese dell’ente. Speriamo non vada a finire a tarallucci e vino com’è già successo in passato, quando ancora non urlavamo e i fatti contestati (sui quali torneremo) erano molto più gravi.

La pruralità dell’informazione e il modo di farla è l’unico strumento per evitare che chiunque possa pensare  di trasformare la cosa pubblica in cosa sua. Ad onor del vero non abbiamo urlato abbastanza e quindi torniamo sull’argomento riproponendo un paio di fotografie scattate ieri mattina.

Il posto riservato ai mezzi della Croce Rossa è vuoto, mentre il fuoristrada dell’ente è parcheggiato dieci metri più in là, in divieto di sosta e sulla strisce pedonali, così come l’ormai celeberrima Fiat Panda staziona ancora sul posto riservato ai disabili. Vigili e giornalisti dovrebbero bazzicare più spesso la zona dell’ospedale, anche urlando se necessario. I primi, poi, con il blocchetto dei verbali in mano. È vero, il frastuono dà fastisio, ma il silenzio annoia e non ti fa vedere ciò che succede proprio sotto i tuoi occhi.

Abbiamo capito, però, che la Tracquilio le nostre urla non le ha sentite – continuando a fare come le pare. Torneremo presto a trovarla, per ricordarle – dopo due 22 anni da volontaria – quali sono i valori dell’ente che rappresenta. Speriamo di aver avuto sorte migliore con il commissario della Croce Rossa di Bari, Santa Fizzarotti Selvaggi. In quel caso non avremmo gridato invano.