Francesco Rocca, presidente nazionale Croce Rossa

Lo scandalo della gestione superficiale della Croce Rossa Italiana è diventato ufficialmente un caso nazionale. La politica tutta italiana dei figli e dei figliastri in certi settori non può essere tollerata. Dopo aver denunciato le pericolose negligenze registrate nel Comitato Barese: personale al lavoro senza contratto (al campo di accoglienza in via di Maratona e all’aerporto); auto di servizio utilizzate per scopi non previsti dal regolamento dell’ente; ambulanze sporche di sangue e con gli estintori scaduti; bombole d’ossigeno lasciate incustodite; la mancanza di uno specifico trattamento dei rifiuti ospedalieri pericolosi e l’assenza di una sanificazione e disinfezione delle ambulanze come previsto dalla legge, abbiamo iniziato a ricevere impressionanti segnalazioni dai comitati di numerose altre province e regioni italiane. Il presidente del Veneto si è dimesso. Nel mirino non c’è solo la fittizia privatizzazione che, di fatto, consente a molti di fare i propri comodi con le mani meno legate.

Nei prossimi giorni continueremo a pubblicare denunce e documenti che sottolineano l’inadeguatezza del presidente nazionale Francesco Rocca e di altri dirigenti, locali e nazionali. Intanto, nelle stanze romane dei bottoni, stanno proliferando corvi e gole profonde. Proprio in queste ore ci è stato fatto pervenire altro materiale dalla sede nazionale, al civico 12 di via Toscana.

A Bari i Carabinieri del Nas stanno indagando dopo la nostra segnalazione, ma stando a quanto ci scrivono in email e su Facebook, le sedi che meriterebbero un’attenzione analoga sarebbero più di una. Siamo arrivati al punto – soprattutto dopo la superficiale smentita a firma del presidente – che Rocca debba riferire al Paese le reali condizioni dell’ente di cui è stato per due volte prima commissario, poi presidente. Un organismo che ha perso per strada molti dei suoi valori e della credibilità.

Elargire milioni di euro pubblici in giro per il mondo e svendere il patrimonio immobiliare, non fa di un ente un “Grande” ente. Il presidente Rocca dovrebbe spiegare perché non è ancora intervenuto in maniera decisa su ciò che sta accadendo a Bari (per ora siamo stati in grado di documentare ciò che avviene in casa nostra). Copertura o ditrazione? In entrambi i casi sarebbe grave. La cosa che più ci stupisce, però, è il totale silenzio delle istituzioni e della politica. Molti dei parlamentari di centrosinistra e centrodestra sono medici, alcuni conoscono bene certe dinamiche e sanno perfettamente quanto grave per la salute pubblica sia ciò che stiamo denunciando e documentando. Lo stesso dicasi per consiglieri regionali, comunali e personaggi noti della politica locale.

Pugliese è uno dei membri della Commissione Igiene e Sanità del Senato, il presidente dell’Ordine dei  farmacisti baresi Luigi D’Ambrosio Lettieri. Perché a nessuno è venuto ancora in mente di presentare un’interrogazione parlamentare? Probabilmente è il caso che il ministro Lorenzin intervenga e mandi degli ispettori. Purtroppo in Italia se una situazione non arriva all’emergenza non è degna di approfondimenti. L’ammissione del medico in servizio, ancora senza un contratto, al punto di primo intervento dell’aeroporto di Bari Palese è l’ennesima prova di quanto si stia cercando di distrarre l’opinione pubblica. Il segno di come chi avrebbe il compito di vigilare e intervenire non abbia ancora avviato i necessari controlli. I panni sporchi non si possono sempre lavare in casa. In situazioni come questa è giusto che tutti sappiano.