imbratta

Bari ha grandi problemi: sostanzialmente è una latrina abitata da incivili furiosi. Per di più manca di una visione che non sia l’asfittica e onanistica ripetizione di tre o quattro fondamentali stantii e inefficaci. Basta assistere a una qualsiasi seduta di Consiglio Comunale per capirlo. Il bello della democrazia è che se delle capre eleggono altre capre, le capre in maggioranza comandano e le capre all’opposizione controllano. Ma sempre capre restano.

Lasciando per un momento da parte la questione su chi sia veramente il Sindaco di Bari (perchè non solo i giornalisti hanno l’impressione che Michele Emiiano sia rimasto al suo posto e a volte si manifesti anche visibilmente come lo spettro di Amleto Senior, sui bastioni di Elsinore), concentriamoci al momento su quella che si sta manifestando come l’emergenza delle emergenze, perchè in fondo le abbraccia, le contempla e le spiega tutte: la mancanza di civismo da parte della cittadinanza.

Su queste colonne telematiche ne abbiamo parlato (e continueremo a farlo) come di una patologia, una sorta di dipendenza, come il fumo, l’alcol, il gioco d’azzardo. A un certo punto della sua storia, Bari da virtuoso paesone bottegaio della provincia assurta quasi per sbaglio a capoluogo di regione, pur non avendo una sola caratteristica per esserlo davvero, ha avuto la sua brava crisi ormonale adolescenziale. E si sa che quello è un momento delicato: si può diventare di tutto. Bari è diventata una città contradditoria, con tantissime potenzialità e altrettante iatture. Una crisi violenta di identità, multipla identità, che vanamente si tenta di sintetizzare con il termine tutto-fare della Baresità.

Orbene: a Bari può capitare che si scrivano frasi sceme persino sulle bianche e sacre mura di una Basilica, per non parlare della bravata fatta alla colonna infame, un monumento antico, uno dei pochissimi segni-simboli di un qualche valore di questa città sostanzialmente dimentica di sè e delle sua pur interessante storia.

Capita frequentemente di non riuscire a viaggiare in bus, spesso perchè non ci sono o sono rotti o sono vandalizzati: sui sedili a volte si trovano escrementi umani. E non solo sulle linee delle “periferie”: Bari ormai è tutta una periferia neorealista, di quelle in bianco e nero, da film del secondo dopoguerra.

Insomma è una città quasi completamente priva delle elementari tracce di civilizzazione e progresso. E prima ce ne rendiamo conto e meglio è, come opportunamente scritto dal collega direttore Antonio Loconte. Visto che non siamo, almeno formalmente, almeno  non ancora, in una Repubblica delle Banane, in cui corrotti e corruttori spesso si scambiano i ruoli, ci si aspetta da quelli dotati di un minimo di senso civico e di responsabilità pubbliche, un comportamento esemplare. Esemplare significa: che dà l’esempio a tutti gli altri.

Nel nostro caso, si tratta di un giornalista e un medico che lavora in una struttura pubblica, peraltro noti e stimati in città e non solo, peraltro apertamente schierati da una parte politica che ha sempre e legittimamente rivendicato quasi una superiorità genetica di rispetto e venerazione per la legalità, il civismo e le regole. E vederli entrambi imbrattare come adolescenti brufolosi un pannello di truciolare, non ci è piaciuto per niente.

L’impresa, che consideriamo non degna di approvazione, anzi, è stata abbondantemente “socializzata” e resa pubblica con fotografie: i pannelli prescelti sono quelli che circondano il Teatro Piccinni, proprietà comunale, e dovrebbero appartenere alla ditta che sta eseguendo i restauri. Sono comunque una proprietà privata. E non è vero che “non hanno nessun valore” e che “non possono essere paragonati a un’opera d’arte”.

Ci piacerebbe sapere se qualcuno andasse a casa dei nostri due amici e decidesse di scrivere qualcosa sui loro muri, senza ovviamente chiedere loro il permesso, quali sarebbero le parole e le reazioni da parte loro.

Antonio Decaro, protestando su FB, ha commesso da piddino renziano e, forse, bocca parlante e cervello pensante di Michele Emiliano, un solo errore: ha definito uno di loro “cosiddetto intellettuale”, dando così alla sua legittima presa di posizione contro un atto vandalico e ingiustificabile, una piega politico-antropologica che l’ha quasi del tutto vanificata. Era ovvio che si creasse subito il partito a favore degli imbrattatori: a Bari come altrove pur di dare addosso all’autorità, si sponsorizzano anche simili stupidaggini.

Resta l’amarezza che il clima generale di inciviltà e illegalità, possa portare anche due persone intelligenti, perbene, motivate e istruite, a comportarsi come bulli da banlieue poco integrata. Altro che intellettuali.