Nero a metà era stato l’album della sua consacrazione. 1980 e sembra davvero ieri, perché ad ascoltarlo oggi, specialmente oggi, regala una freschezza, una carica esistenziale straordinaria, riuscendo a spiegare anche ai meno avvertiti e musicalmente rovinati dal becerume contemporaneo, che cosa possa essere capace di fare la Musica, con le sue dita sonore.

Aveva impiantato il suo ultimo tour proprio su questo lavoro, con la formazione originale di 34 anni fa, compreso il leggendario James Senese, il vero Nero a Metà, perchè figlio di un nativo americano e di una fanciulla napoletana, una creatura figlia della guerra e dell’amore. Straordinario jazz man, sassofonista di vaglia, aveva preso un giovanissimo Pino Daniele come bassista nella sua “Napoli Centrale“, un gruppo che, grazie ai dischi incisi, continua ad emozionare da quasi 40 anni il pubblico di tutta Europa.

Era stato lui il maestro vero, l’amico vero, insieme a un’altra leggenda, un altro innovatore, Massimo Troisi, per il quale Daniele aveva musicato tre film e due canzoni, scritte insieme a Massimo.

L’11 dicembre Pino e la band erano a Bari, per quello che sarebbe stato l’ultimo concerto nel capoluogo pugliese. Un sold out, come sempre, per almeno tre generazioni di appassionati fedeli ed emozionati, nella magia irripetibile delle esecuzioni dal vivo.

Lascia sgomenti pensare che, quasi presentendo la fine, Pino Daniele abbia voluto dedicare al suo grande successo del 1980, le ultime forze della sua breve vita. Che abbia come voluto chiudere un cerchio artistico ed esistenziale ricollegandosi alle sue radici, profonde e autentiche, che si alimentavano dall’inesauribile patrimonio culturale della galassia Napoli.

Nel Video, un breve momento del concerto al Palaflorio di Bari, l’11 dicembre 2014. Alle percussioni si riconosce il grande Tullio d’Episcopo.