primarie

Un trionfo per Michele Emiliano? O un tonfo clamoroso per Antonio Decaro? Intanto cominciamo con un dato che va comunque rilevato e analizzato, quello della partecipazione. Nel 2009, quando Nichi Vendola sconfisse per la seconda volta Francesco Boccia, furono oltre 205 mila elettori a recarsi al voto, in tutta la Regione.

Il 30 novembre, sempre su scala regionale, gli elettori sono stati poco più di 140 mila. Ma il vizio di schiacciare le analisi sull’immediato presente e non in prospettiva, ha indotto qualche analista frettoloso a pensare alla maxi astensione delle ultime regionali e ai 30 mila elettori scarsi che in Veneto hanno scelto lady like, Alessandra Moretti.

É dunque incontrovertibile che quest’anno le primarie hanno sedotto di meno il popolo del centro sinistra.

Un altro dato, altrettanto incontrovertibile è che Michele Emiliano, che ha raggiunto alla fine un 57 per cento dei suffragi, su base regionale, a Bari non ha sfondato come poteva essere assolutamente prevedibile. Dopo dieci anni di amministrazione e l’elezione della sua protesi Antonio Decaro, più tutti gli accordi stretti nelle ultime ore e l’allargamento incipiente all’UDC, si aspettava ben altro risultato. Ma la sua percentuale, su base provinciale, è del 56, 17 per cento. A Foggia, invece, un territorio dove Emiliano non ha mai esercitato la sua azione amministrativa, sempre su base provinciale, il consenso è arrivato a superare il 71 per cento.

Altro dato, e questo veramente clamoroso, è su Bari città: Michele Emiliano ha preso meno voti di quanti ne ha presi Antonio Decaro alle primarie per le comunali del 2014. Siamo a 8000 consensi circa. Decaro ne prese 11 mila, e stiamo parlando di elezioni cittadine. Il flop su Bari potrebbe essere dunque completamente imputato allo scarsissimo carisma del suo ex delfino, che lo stesso Emiliano ha assolutamente voluto a Palazzo di città. Una bocciatura per il Sindaco oltre che una brutta “lettera di viaggio” per le prossime regionali al Segretario regionale del PD.

L’azione dei fedelissimi che, ad esempio nei Municipi, si è spesa in favore dei Emiliano, non è bastata ad evitare questa che concretamente è una bocciatura e non certo un “trionfo”.

E la presenza massiccia di molti “impresentabili”, specie al quartiere Libertà, mobilitati dalle solite cosche di portatori di voti, buoni ad ogni circostanza (cosa dalla quale non ci sembra che Antonio Decaro abbia poi preso le distanze, nonostante le palesi interferenze ai seggi), non ha contribuito certo a smuovere gli indecisi: la rete era punteggiata da queste segnalazioni e nemmeno i più fedeli spin doctor possono dire non averlo notato.

Emiliano ha detto che la campagna elettorale vera comincia ora. Farebbe bene a riesaminare con calma quanto avvenuto e a tener conto, oltre che delle lodi sperticate (e anche interessate) dei soliti laudatores temporis acti, anche delle critiche. Anche quelle dure ma sincere. Silvio Maselli, per esempio,non le ha mandate a dire. C’è da chiedersi come faccia a restare in giunta, visto che il suo Sindaco non è che l’estroflessione acritica di quello sceriffo senza contenuti per il quale non avrebbe mai votato.

Lodiamo la sincerità. E ci auguriamo di lodarne anche e presto la coerenza.