Mettetevi l’anima in pace. Si dice che, al contrario di Mangia, il direttore sportivo Stefano Antonelli non se ne andrà. Lotito non sarebbe d’accordo. Sempre che, in caso di catastrofi varie, come il buon Schettino non decida autonomamente di abbandonare la nave. Vedi la fuga da Siena l’anno scorso quando l’acqua era arrivata ormai alla gola.

L’ultima del ds che preferisce il lavoro alle chiacchiere, è l’assenza al fianco del presidente Paparesta durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore. In molti ci hanno fatto caso a bocce ferme, persino colleghi più navigati che scrivono per giornali più quotati del nostro. Cose mai viste, sussurra qualcuno. Antonelli era lì, per carità, in mezzo ai tifosi e ai giornalisti, ai quali sembra proprio essere allergico (almeno ad alcuni).

La nostra posizione ormai è nota. Molta della responsabilità del tracollo è targata Antonelli. Probabilmente il direttore sportivo non voleva rispondere alle domande di quanti hanno la stessa nostra convinzione. E a gennaio? Speriamo non abbia nel cilindro qualche altro fenomeno “made in Lazio”, destinato alla panchina o a qualche apparizione in caso di infortuni a catena. La vera bravura di mister Nicola dovrà essere sopratutto quella di ricostruire lo spogliatoio spaccato a metà. Del resto, la reazione di Sciaudone e certe dichiarazioni a microfoni spenti – che non riferiamo per non buttare altra benzina sul fuoco – sono la prova di quanto la tensione sia alle stelle.

C’è poi il capitolo tifo. Molti dei sostenitori biancorossi sono così, prima mangiano insieme cornetti mentre si fanno scattare fotografie abbracciati coi giocatori, poi, però, quegli stessi cornetti te li buttano appresso con tutto il vassoio. L’invito alla distensione da parte della tifoseria è d’obbligo – come ha già ben fatto la curva nord, dissociandosi dall’episodio dell’assalto a Sciaudone. Altrettanto obbligatorio deve essere l’impegno assoluto in campo, anche solo per lo stipendio dignitoso che arriva a fine mese, senza dover necessariamente tirarci dentro l’attaccamento alla maglia. I tempi delle divise incollate alla pelle sono finiti da un pezzo.

Sono tanti quelli che “il culo” se lo fanno per molto meno e senza le luci della ribalta; quelli che pagano di tasca propria per andare in trasferta o che hanno comprato l’abbonamento a rate. Facciamo in modo che quelle rate non diventino cambiali e che si possa tornare allo stadio a vedere 11 leoni lottare per un unico obiettivo. Forza Bari, avanti tutta.