“Ogni maledetta domenica” (o sabato), nell’intervallo tra primo e secondo tempo, durante le partite del Bari al San Nicola, un galletto, simbolo indiscusso biancorosso, viene lasciato libero di scorrazzare sotto la Curva Nord, sulla pista d’atletica che circonda il rettangolo di gioco.

Il padrone dell’animale domestico, dopo il consueto “giro di campo”, lo mostra all’intera tifoseria come un trofeo, prendendolo per le ali o per le zampe e sbatacchiandolo a destra e a manca con una certa veemenza. Un gesto che, come si vede nel video, non va giù a molti tifosi presenti sugli spalti. Urlano la propria contrarietà, facendo notare al padrone travolto dalla trans agonistica, il maltrattamento della bestia, probabilmente involontario. Per la serie soffre meno se gli spezzi il collo.

Il paragone è facile. È rimasta solo la cresta, magari al contrario, come sul nuovo logo della Fc Bari 1908. Amato e maltrattato, il gallo come la squadra. L’atteggiamento di un singolo nei confronti di un animale, mentre il resto del mondo si dissocia, rispecchia quello di un tifoso arrabbiato che minaccia (o colpisce?) Sciaudone all’uscita dell’allenamento. Il resto del mondo ancora una volta si dissocia.

Bari è così, ragiona con lo stomaco. Ieri ti chiamavano a festeggiare sotto la curva, oggi ti fischiano, domani sarà un nuovo “volemose bene”. Si sa, tra le clausole contrattuali non scritte si parla di “piazza calda”, che significa pressoché questo: con e contro, ma per il bene comune. Tu, che si vinca o si perda, non maltrattare più quel povero gallo.