Ne aveva passate tante, ma la vita continuava a tirarla. Tante da non farcela già più quando un delinquente assassino, rimasto ovviamente anonimo e libero, gli aveva ucciso la figlia Giacoma, di 14 anni. L’aveva presa in pieno sulla bicicletta, frontalmente, mentre su una strada di periferia viaggiava come fosse in pista a Monza.  Non si era fermato, lasciando sul terreno due bambine nel loro sangue. Una, la più grave, se ne sarebbe andata nella Rianimazione del Divenere qualche ora dopo. L’altra, solo ferita e sotto shock, non è mai stata in grado di dire almeno il tipo o la marca dell’auto assassina.

Forse la forza per continuare l’aveva presa proprio dalla voglia di avere giustizia, di trovare quel pazzo che aveva calpestato il fiore della figlia, che gliel’aveva ucciso nel buio e nel silenzio appena squarciato da un motore che non si arresta, da uno schianto troppo forte, da un vuoto immenso, il vuoto del dopo, di quando a casa, lei la piccola, non era più tornata, scomparsa nel buio, nel nulla della verità che non si trova, non si fa trovare. La dannazione per chi resta: due genitori attoniti e perduti nella vacuità di loro stessi, che genitori non sono più, non lo saranno mai più. Finiti, anche loro, per sempre.

Come se non bastasse, aveva perso anche la moglie, la madre di sua figlia. Portata via da quei mali rapinosi e definitivi, di quelli che, ancora, non ti danno speranze se non che finisca presto. Eppure non si era arreso. Anche gli amici si chiedevano da dove prendesse il coraggio per andare avanti, per continuare a coltivare la sua passione per la pesca, la buona compagnia: addirittura c’erano momenti di allegria e di buon umore nella sua vita, come oggi testimoniano i tanti amici con cui li condivideva, specie d’estate al molo Sant’Andrea. Ed era capace di farsi voler bene da tutti, soprattutto dai suoi compagni di lavoro che, in segno di lutto hanno bloccato il lavoro alla zona commerciale del porto di Bari.

E poi c’era San Nicola. Più di una semplice questione religiosa. Suo zio materno, infatti, ogni anno, al Corteo Storico impersona il Santo di Mira. Ed era lo zio ad essere soprannominato da tutto il Borgo Antico Jair. Un soprannome che il nipote aveva ereditato quasi automaticamente, per diritto familiare.  E San Nicola è un Santo che non si discute, accada quel che accada.

Ora, il destino si è portato via anche lui. Un tardo pomeriggio di novembre, nel buio di una strada nella zona commerciale del Porto di Bari. Lui ci lavorava, lì. Ed era capacissimo di andarci in moto, forse anche ad occhi chiusi. E forse li ha davvero chiusi quando quel grosso camion sempre più vicino, curvando, lo ha stritolato come fosse argilla bagnata.  Il destino lo aveva trovato, dopo aver tentato inutilmente di distruggergli la vita, togliendoli tutto ciò che aveva. Ti sia lieve la terra, Michele Amoruso.