La vicenda è diventata di dominio pubblico solo grazie a un’indagine dell’Antimafia perfezionata poi dalla Squadra Mobile. Un gruppetto di criminali aveva ridotto in schiavitù un discreto numero di persone, provenienti dalla Bulgaria, costringendoli a mendicare per strada. Se non portavano a “casa” almeno 30 euro al giorno rischiavano percosse. Mangiavano pane e acqua (non è una metafora) e vivevano peggio delle bestie in una vecchia stalla. In pieno centro cittadino, però. Non in qualche landa desolata dell’estrema periferia.

Un reato gravissimo (art. 600 del codice penale, da 8 a 20 anni di reclusione) che avveniva da mesi sotto gli occhi di tutti. Ai semafori, specialmente: quante volte siamo stati avvicinati da persone emaciate, visibilmente in pessime condizioni igieniche, spesso storpiate o deambulanti con l’aiuto di stampelle. Uomini dall’età indefinibile, che abbiamo genericamente archiviato nella categoria “zingari” e per questo abbiamo scosso la testa con fastidio, negando loro gli spiccioli. E basta. Come noi li vedevano anche i vigili urbani.  E crediamo plausibile che gli assistenti sociali del Comune, andando al lavoro o in visita a qualche famiglia, ne avranno visto qualcuno.

Forse anche Antonio Decaro li ha visti. Chissà, forse gli ha fatto anche l’elemosina. Non lo sappiamo. Ma ci colpisce che senza l’intervento dell’antimafia e della Squadra Mobile questa situazione incivile e sotto gli occhi di tutti, poteva andare avanti indefinitivamente.

Nessuno vede o sente nessuno, sino a quando la cosa non ci tocca personalmente.  Nessuno si chiede come e dove vivano quei “relitti umani” che ci capita di incrociare per strada. Quei ragazzi e ragazze neri che si mettono vicino ai supermercati ad aiutarci con le buste per venti centesimi. Quei bambini ai semafori, spesso con l’attrezzatura per pulire i vetri, se sono abbastanza grandi per farlo, o con un bicchierino di plastica per implorare la monetina.

E’ già grave che la comunità non senta il bisogno per lo meno di chiedere. Ma è gravissimo che l’Amministrazione non si ponga nemmeno il problema e che sappia solo combinare pasticci e disastri, senza saper tenere a bada il razzismo montante, quando tenta di dare una soluzione ai problemi.

Se un’amministrazione pubblica non possiede per prima il senso della comunità o scambi il welfare per la beneficenza (affidando fra l’altro l’assessorato a chi ha lavorato troppo e troppo a lungo solo con una parziale visione del mondo, rispettabilissimo ma parziale), e se soprattutto si gira dall’altra parte e finge di non vedere quello che accade in città, comportandosi come i cittadini distratti, ebbene sappia che  ha già fallito.