Antonio Decaro è destinato a perdere il suo scontro con la Soprintendenza di Bari. Non sappiamo quanto ne sia consapevole, ma è bene che insieme alla Giunta cominci a pensare a una exit strategy che da un lato gli consenta di salvare la faccia e dall’altro eviti alla città un inutile e ulteriore oltraggio.

Nonostante lui abbia vantato, sin dalla campagna elettorale, grandi e felici relazioni con il governo di Matteo Renzi, non potrà contare sull’appoggio di Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e responsabile delle Soprintendenze italiane. Non sarà certo il responsabile di dicastero a mettersi di traverso ai suoi stessi collaboratori periferici in nome di una battaglia che appariva persa sin dal suo sorgere.

Intanto per la pretestuosità e inconsistenza di questa battaglia: il famoso “Parco del Castello” è, come lo stesso sindaco dice, un’idea, una proposta di un gruppo di cittadini, la maggior parte dei quali vive o lavora in abitazioni prospicienti la “banchina”, che in realtà è via Ruggiero il Normanno, ai margini della città vecchia, lato castello Svevo.

Poi: fu il Comune di Bari, guidato da Michele Emiliano, quattro anni fa ad autorizzare quella palazzina, di proprietà del Provveditorato alle Opere Pubbliche. E a suo tempo la Soprintendenza  non espresse alcun vincolo per il semplice fatto che, in quell’area, non ve n’erano, o perlomeno non vi erano vincoli che impedissero la costruzione a determinate condizioni (altezza, volumetria ecc.)

A poche decine di metri, poi, e sempre in area portuale, esiste da decenni un’altra costruzione di tre piani della quale mai si è usata l’espressione di “ecomostro”. E che casomai avrebbe necessità di liberarsi del mare di automobili ivi parcheggiate quotidianamente.

Il Sindaco adesso ha deciso di smentire l’amministrazione precedente di cui è comunque politicamente espressione ed è è entrato in rotta di collisione con la Soprintendenza che, non avendo espresso alcun parere negativo quattro anni fa, non si vede come e perchè debba esprimerlo ora, visto che nel frattempo il progetto non è cambiato.

In questa singolar tenzone, per la quale Decaro non riceverà alcun aiuto dal governo centrale, è bene sottolineare che a perdere è soltanto la città di Bari. Dovesse trapelare sul sistema mediatico nazionale, questa vicenda coprirà Bari di ridicolo perchè la discontinuità amministrativa che si vuole imporre è nei confronti di una maggioranza “sorella” che ha governato per ben dieci anni.