La situazione è gravissima. Non è un’opinione giornalistica, ma un fatto. Le carte ci sono e le hanno avute, circa un anno fa, tutti quelli che dovevano averle, tranne la Procura della Repubblica, che però adesso le può acquisire anche solo facendo copia e incolla dal nostro giornale.

Situazione finanziaria disastrosa, nessuna sicurezza in officina e negli uffici, nessun controllo di gestione, mezzi vecchi che si fermano in continuazione e costano un mare di soldi per essere aggiustati e puliti. E non è tutto.

Una situazione che di sicuro viene da lontano, ma che da dieci anni è comunque nelle cure e nella responsabilità di una maggioranza che si accinge a vivere un terzo mandato, con un Sindaco che da dieci anni, sia pur con qualche intervallo dovuto all’inutile esperienza parlamentare, si è sempre occupato di mobilità e trasporto urbano.

Una situazione che vede, ai primi livelli di complicità e inefficacia, la classe politica tutta che comunque nell’Amtab è presente, non solo e non tanto in quanto esprime il Consiglio di Amministrazione, ma per la presenza di dirigenti e funzionari che direttamente o indirettamente sono espressione di questa o quella parte politica, per non parlare della selva sindacale, a sua volta amministratrice di privilegi e impunità a tutti i livelli.

Dalla lettura delle carte appare chiaro che non sono certo i “portoghesi” ad aver causato questo sfascio anche se mai, almeno negli ultimi dodici anni, non abbiamo mai visto nessuna azione concreta per combattere il fenomeno sociale dell’abusivismo, che a Bari è vissuto da tutti più come no sport a chi è più “dritto” che come una piaga.

Come la manfrina dei pochi chilometri che la cattiva Regione, peraltro omologa politicamente, infligge all’Amtab, può essere razionalmente accettata come spiegazione della debacle globale.

E non sono certo i furti di gasolio, fra l’altro incoraggiati da una totale e permanente mancanza di controllo di gestione, ad aver scavato l’abisso di un deficit che, al momento, si attesta a oltre trenta milioni di euro fra i quali, i venti milioni di T.F.R. dei dipendenti, ai quali viene così di fatto negato ogni futuro.

Ora non ci sono, o non ci dovrebbero essere più alibi: questa Amtab deve morire. Si tratta di capire quale possa e debba essere il futuro per il trasporto e la mobilità di una città metropolitana che, davvero ancora non si capisce il perchè, si insiste a definire “Smart”.