Avrei preferito rimanere a letto, ma un forte rumore di bottiglie infrante mi fa schizzare ancora in mutande fuori dalla porta di casa. Un incidente? A quell’ora non puoi avere la mente lucida. No, è solo sabato, il giorno della raccolta porta a porta del vetro. Sospiro di sollievo e imprecazioni in cirillico perché, ormai, il sonno è andato a farsi benedire. Sono appena le 5.15 e ieri ho smesso di lavorare a mezzanotte. La raccolta differenziata si deve fare, per carità. È una delle poche cose che può salvare il mondo, ne sono convinto. Ad Adelfia, per esempio, da quando è iniziata a maggio scorso, si sono raggiunte percentuali impressionanti in poco tempo. Stanno piano piano venendo meno anche le perplessità dei più scettici e di quelli che, ancora oggi, lanciano la propria immondizia dal finestrino dell’auto sul ciglio di qualche statale o dietro il muretto a secco delle stradine di campagna.

Differenziata sia, ma il vetro raccolto alle 5 del mattino proprio no e neppure si può raccogliere il fine settimana. Il vetro non è la carta, non è la plastica e neppure l’umido. Il vetro fa rumore e non si raccoglie in punta di piedi. Bottiglie, boccacci e vasetti (che si raccolgono interi) finiscono violentemente contro altri bocacci, vasetti e bottiglie, in un cassone di metallo. Cambiate ora e fatela il giorno che vi pare, ma alle 5 del mattino proprio no, soprattutto d’estate quando il gran caldo ti obbliga a tenere le finestre aperte. Ad Adelfia sono quasi tutti agricoltori, quasi tutti. C’è anche chi non va alle 4 in campagna. Il paradosso è che non avendo messo insieme abbastanza vetro questa settimana, non ho neppure messo fuori dalla porta il mio bidone. Si può certamente evitare prima che qualcuno decida di romperle diversamente le bottiglie.