Non è stata una meteora: Lorin Maazel  (1930 – 2014) ha lasciato a Bari la traccia duratura e profonda di un genio musicale precocissimo e felice. Una Carmen rappresentata a Bari, nel Teatro Petruzzelli, seguendo l’edizione di riferimento allestita da Franco Zeffirelli nel 1978 all’opera di Vienna, con la direzione fantasmagorica di Carlos Kleiber.

Maazel la diresse da par suo, con il suo gesto magico ed espressivo, aiutato da tutti gli dei della musica e accompagnato certamente dalla benedizione di Melpomene, la Musa che presiedeva alla Tragedia, considerata l’antenata dell’opera lirica.

Maazel non ha mai preteso d’essere un innovatore o un rivoluzionario. Ma la sua presenza nell’ambito musicale mondiale ha comunque stabilito un percorso nuovo, in grado di ricucire la tradizione all’innovazione e alla perfezione che la tecnologia moderna regala alle esecuzioni orchestrali.

Aveva “inventato” il festival di Castelton, regalando agli Stati Uniti un appuntamento musicale di livello, dedicato alla musica colta. Ed aveva scelto Bari per tornare a dirigere dopo una lunga pausa. La Fondazione Petruzzelli lo aveva indicato come consulente artistico, lui, l’ex bambino prodigio che a 11 anni era stato letteralmente benedetto da Arturo Toscanini, che con lui perdeva il suo carattere burbero e impossibile.

E della Carmen barese, non eccelsa per le scene e in genere per l’allestimento, e dunque del Petruzzelli, parlò tutta la stampa che conta, in Italia e all’estero.