primarie

Se si dichiara urbi et orbi di volere le primarie, non ci si deve poi risentire se si tengono davvero. Nel centrosinistra sta accadendo che per succedere a Nichi Vendola sono già pronte tre candidature e al Pd sono scoppiati i primi mal di pancia, proprio come quando si candidò, per due volte di seguito, Nichi Vendola: il Pd finse di accettare entusiasticamente la sfida, in realtà masticava veleno perchè, specie nel 2005, Vendola si presentò come leader di Rifondazione Comunista senza rinnegare quell’aggettivo dal quale gli ex figli di Berlinguer e Natta vivevano più come un’onta che come un orgoglioso stigma di democrazia.

Nel 2005 gli schierarono contro un esangue ex democristiano, più moderato di un caffè decaffeinato allungato con latte scremato. Francesco Boccia perse con clamore ma si consolò molto presto con la sua carriera parlamentare. Ma nemmeno nel 2010 il Pd riuscì a partorire una candidatura antivendoliana in grado di impensierire Nichi: di nuovo Francesco Boccia. Omen Nomen, fu bocciato per la seconda volta.

Adesso Nichi non ci sarà: dieci anni di potere lo hanno da un lato appagato e dall’altro completamente svuotato. Nel suo futuro, ha detto, ci sarà ancora politica, ma certo non il terzo mandato da governatore. Nel centrosinistra ci sono già tre candidati ufficiali: Michele Emiliano, Dario Stefano e Guglielmo Minervini. Nel Pd non ce l’hanno fatta a trattenere lo sconcerto e l’irritazione: vorrebbero una sorta di plebiscito adorante nei confronti di Michele Emiliano, l’unico secondo loro capace di tenere la coalizione unita e stravincere alle elezioni. Ma allora, perchè invocare le primarie? Se davvero le volete, allora dovete accettare che vi siano diversi candidati (e candidate). Se non le volete, allora ditelo e non partecipate.

La coalizione di centrosinistra è composita e variegata: vi convivono esperienze storiche e novità scoppiettanti, vecchi volponi e giovani speranzosi, apparatnik di segreteria e tycoon della politica 2.0. Non può essere terreno esclusivo di un solo partito, sia pure carico di personalità multiple, come il PD.  Chi ha mal di pancia, se lo faccia passare e in fretta. La Puglia merita sorrisi sinceri e non mugugni mormorati in politichese stretto.