Il 23 giugno prossimo, Antonio Decar0 diventerà ufficialmente il prossimo Sindaco di Bari e solo allora si potrà realmente capire qual è il suo grado di indipendenza dal suo predecessore, Michele Emiliano. Cosa c’entri questo con la disastrosa sconfitta di Mimmo Di Paola è presto detto. Di Paola non ha convinto nemmeno come soluzione di continuità dei dieci anni precedenti, anche se uno dei leit motive della sua campagna era proprio un “basta” deciso esattamente a quei dieci anni. Decaro, che pure non dava molti segnali di discontinuità o di indipendenza, è riuscito sia a garantire una transizione “dolce” rispetto a Emiliano, sia a darsi una o due mani di “lucido” mediatico (grazie anche agli endorsement compiuti dai due principali quotidiani nazionali con redazione pugliese) che gli hanno permesso di presentarsi e proporsi come “novità”.

Ma è stata soprattutto l’apparente solidità della coalizione di centro sinistra a trascinare, anche al ballottaggio, Antonio Decaro verso Palazzo di città. E con tutti e cinque i candidati alle presidenze dei Municipi, fra cui una donna, l’avvocato Micaela Paparella. Questo miracolo di armonia non  accaduto per la coalizione che sosteneva Di Paola. Nonostante ler ipetute citazioni di Giuseppe Tatarella chiamato, per la sua capacità politica, il “Ministro delll’Armonia” ai tempi del primo governo Berlusconi.

Proprio sulle presidenze dei Municipi c’erano stati veri e propri duelli rusticani fra Forza Italia e Il Nuovo Centro Destra che poi non sono approdati quasi a nulla. Insomma, la coalizione era in pezzi già alla vigilia del primo turno elettorale e l’alto tasso di astensione (che stando all’analisi dei flussi ha colpito più l’elettoralo di centro destra) era un sintomo importante di questa dissoluzione in atto.

Certo, l’analisi potrebbe continuare: anche perchè non si è visto, subito dopo il pessimo esito dell’operazione Di Paola, non si è visto alcun cenno di riflessione da parte del Centrodestra: Raffaele Fitto sembra aver abbandonato ogni interessi su Bari e sulla Puglia, anche se non è ancora del tutto esclusa una sua candidatura alle prossime regionali. Il destino del bipolarismo italiano sembra appeso a un filo sottilissimo. Oggi il panorama è disegnato da un PD in forte crescita, i grillini in fase di stanca e il centrodestra in agonia generalizzata. E da una Sinistra non piddina in fermento, certamente, ma con poche idee, anche abbastanza confuse.