I lanciatori di pietre senza peccato sono una razza in via di estinzione, a differenza dei volta gabbana e delle facce di pietra della famiglia dei “negazionisti seriali”, soprattutto nella sottospecie umana dei sindacalisti o presunti tali. Qualcuno, dall’interno di Telenorba, mi ha cercato per dirmi che i rappresenanti sindacali aziendali avrebbero voluto parlarmi. Ho creduto – solo per un attimo, lo giuro! – si trattasse di rivelazioni pepate sull’azienda di Conversano, che alimentassero la verità che stiamo cercando di ricostruire da qualche settimana. Sapete, una di quelle denunce sessantottine più efficaci di una randellata. Il gancio, invece, ha subito chiarito: «È partita la caccia alle streghe, vogliono sapere a tutti i costi chi ti sta passando le informazioni». Ora, sì, che cominciamo a ragionare.

Chi avrebbe potuto contattarmi? E soprattutto chi sono gli Rsa di Telenorba? Solo curiosità o sono inviati dell’azienda per fare la pelle alle gole profonde, che stanno scoprendo scheletri e altarini, consentendo a noi di pubblicarli? I loro nomi non li facciamo – non è una cosa personale e quindi a buon intenditore pochi riferimenti. È sufficiente prendere un qualsiasi accordo sindacale per leggerli. Ecco allora la nostra hit parade.

La speciale classifica si apre con un montatore, quello con il quale ho lavorato a stretto contatto nella redazione di Conversano – tra luglio e novembre 2003 e poi per un certo periodo fino a novembre 2004 – e con il quale sono quasi arrivato alle mani. Non si fa, lo so, ma lui ha questa dote. Non può essere certamente lui a cercarmi, sa bene come la penso. Arrivammo alle mani proprio per il suo essere paladino dei padroni. Lui è un aziendalista convinto, disposto a tutto pur di conservare il posto di lavoro ma, come tutti, da qualche giorno è in cassa integrazione. Nonostante la sua abilità a fare straordinari, mentre altri colleghi stanno a casa, è finito pure lui a girarsi i pollici a rotazione. Certo, si è scelto il periodo novembre-dicembre per allungare le vacanze di fine anno, ma pur sempre in cassa integrazione è stato messo, come chiunque altro, persino come qualcuna delle gole profonde.

Ma continuiamoa scorrere l’elenco. Tra gli Rsa c’è anche uno dei dipendenti della messa in onda, che la cassa integrazione non la vedrà neppure con il binocololo. È salvo comunque vada questa storiaccia. Uno che non ha mai denunciato gli iregolari accorpamenti tra settori voluti dall’azienda e i “mister X”, vale a dire i dipendenti di altri settori che si prestano a turnare alla faccia dei colleghi lasciati forzatamente a casa (mister X dei quali molto presto pubblicheremo i turni).

Al terzo posto si piazza l’operatore barese convinto di potersi ritagliare un futuro migliore, andando a testimoniare senza batter ciglio a sostegno dell’azienda, negando persino l’evidenza, sempre e comunque.

La medaglia di legno va all’unica unità del settore “rassegna stampa”, segato dal primo piano industriale presentato da Telenorba. Figurava – da sola – nel settore soppresso. In extremis è riuscita a farsi trasferire altrove. È in cassa integrazione anche lei, ma a rotazione, non a zero ore come avrebbe dovuto essere inizialmente. La concomitanza con l’ingresso nel sindacato lascia più di un dubbio.

A chiudere la top five c’è un regista. Neppure lui, pur essendo stato previsto il taglio di tre unità in quel settore, è stato costretto ad accomodarsi in panchina. In questo caso, però, la cosa è andata oltre. Non solo in cassa integrazione a zero ore ci è finito solo uno dei registi – tra l’altro tra quelli della prima ora – ma pur di mantenere il posto a scapito degli altri, si è messo a fare il montatore invece del regista, mentre i montatori sono stati messi fuori.

Il motto sindacale, per tutti, sembra essere tutt’altro che incoraggiante: «Mors tua vita mea». Se questi sono gli Rsa di Telenorba, i lavoratori non posso certamente stare tranquilli. Come possono dipendenti accondiscendenti con l’azienda, complici in molti casi di irregolarità che vanno contro gli accordi siglati, fare gli interessi di chi si sta ancora leccando le ferite? Forunatamente le gole profonde a Telenorba sono tante. Nonostante i tentativi di mettere a tacere tutto potremo continuare a informarvi e sollecitare la politica e gli organismi di controllo, che ancora fingono di non sapere, in un silenzio sempre più colpevole.