Carissimo presidente Vendola, i contenuti della telefonata shock con Archinà (la “longa manus” dei Riva, come è stato definito dai magistrati), pubblicati oggi da ilfattoquotidiano non mi meravigliano. Come cittadino sono indignato, come giornalista affatto. Come cittadino mi viene da dirle che su certi argomenti non si può ridere, neppure per scherzo e neppure se sei amico dell’interlocutore. Non lo si può fare neppure fosse stata una telefonata diplomatica per salvare capre e cavoli. Ricorda come si è espresso, per esempio, sull’ilarità postuma al terremoto dell’Aquila?

Come giornalista ho solo avuto una conferma: noi “facce da provocatori” non le siamo mai piaciuti. Lo so, a chi può piacere una domanda scomoda, a chi può piacere chi non si limita a riprendere la filastrocca dei comunicati stampa elargiti a tutti, mentre a qualcuno vengono dati anche ricchi premi e i cotillon? Personalmente le ho chiesto conto della vicenda Petruzzelli, della cassa integrazione a Telenorba e di quello che sta succedendo sotto gli occhi di tutti al 118.

Problemi minori, ma ugualmente meritevoli di risposte. La fuga è sempre un brutto segno. Quella telefonata è diversa, perché dentro c’è la derisione – non diretta e tantomeno penalmente perseguibile – nei confronti di chi, per colpa di quella fabbrica, ci ha lasicato la pelle, nei confronti di tutti coloro che ancora combattono la propria battaglia per la vita. Il fine giustifica i mezzi? Le analisi, gli arresti, le indagini e i particolari emersi non sono invenzioni. Cosa voleva dire quando rassicurava Archinà: “Dite a Riva che il presidente non si è defilato”? Archinà, strappando il microfono di mano a Emilio Riva, con quello “scatto felino” che a lei è piaciuto tanto da suscitarle una bella risata,tentava di strappare anche la verità ai pugliesi.

Chissà se avrebbe riso fosse stato di Taranto e non di Terlizzi e avesse sentito quella telefonata. In fondo, il collega Abate aveva fatto a Riva una domanda facile facile: “La realtà non è così rosea visti i tanti morti per tumore”. Ricorda la risposta di Riva? “Ve li siete inventati”, disse. Un’affermazione di una gravità immane, sulla quale lei ha indirettamente riso. Su questa storia si sta giocando la faccia, non per le sue mancate dimissioni – che probabilmente non arriveranno mai – ma per le non risposte e le sue risate. La Puglia merita attenzione, è già stata sfruttata abbastanza. Da giornalista non ne sono meravigliato. Da cittadino sono pentito di aver creduto a qualcuna delle sue storie.