Cosa cambia questo? Non rende ancora più obiettiva la ricerca della verità sulla gestione del 118 in Puglia e in provincia di Bari? Chi è a conoscenza del mio “segreto” – e sta con noi di bari.ilquotidianoitaliano.it – mi ha suggerito di non rivelarlo. Gli altri, quelli che vogliono conservare i loro privilegi, i loschi affari, le cattive amicizie, i soldi a nero e le mazzette, ogni tanto mi fanno sapere – sempre senza dirlo apertamente – che sono un Emilio, pur chiamandomi Loconte.

Non c’è niente da nascondere, figuriamoci il cognome di mia madre. Chi mi conosce sa che da noi i saldi non esistono. Purtroppo, quando si conducono certe inchieste, bisogna mettere in conto attacchi frontali o, peggio ancora, vigliacchi colpi bassi.

Va bene, ora lo sapete tutti: sono il nipote di uno sotto processo per il “malaffare” nella gestione di un ente morale e sono il nipote di un venditore di ambulanze. Va bene, ma il 118, al netto della mia parentela è malato: alcune ambulanze non rispettano la convenzione; diverse associazioni di volontariato che hanno in gestione postazioni del 118 fanno attività di lucro, chiedendo soldi per i trasporti di infermi e malati; c’è chi ha avuto, pur facendo lucro, sedi gratis da enti pubblici; ci sono tangenti per chi “passa” dializzati a questa o quella associazione; molte ambulanze vanno in giro con farmaci scaduti, o addirittura non ne hanno. Sicuramente non sono dotate di un frigorifero per evitare che deperiscano; molti dei soccorritori volontari non potrebbero salire sulle ambulanze e i corsi vengono effettuati da medici in servizio in ospedale che, contemporaneamente, fanno le due attività; alcuni presidenti di associazioni usano la macchina associativa per andare a lavorare e prendere i loro figli a scuola; alcuni presidenti fanno pagare le divise ai volontari, pur prendendo soldi dalla Asl; alcuni presidenti non sanificano le ambulanze e dichiarano il falso nelle autocertificazioni; alcuni presidenti delle associazioni sono dipendenti di enti e ospedali pubblici e fanno un po’ come gli pare. Sono state persino create delle qualifiche-doppione,  per cui qualcun altro viene già pagato, pur di sistemare amici scontenti. Il silenzio di buona parte della politica è grave. Del resto come biasimarli. Il popolo dei volontari e di quelli del 118, costituiscono un bacino elettorale in cui attingere a pieni voti in cambio di favori.

L’elenco del marciume è lungo e potrebbe continuare. Per ciascuna di queste violazioni non esiste una sanzione e si continua a vivere in un sistema di anarchia totale. Io, giornalista e nipote di, – praticamente con un paio di altri “pazzi” che hanno a cuore il 118 e la cosa pubblica – sto continuando a dire che il sistema 118 non può continuare  a essere gestito in questo modo. Chissà di chi saranno nipoti, figli, amici o parenti quelli che vengono tutelati a scapito di quanti fanno nel migliore dei modi il proprio lavoro. Una cosa è certa: non molliamo.