La candidata Sindaca Santa Scommegna

Sarà il ballottaggio del 26 giugno a decidere chi siederà sulla poltrona di Sindaco di Barletta tra Mino Cannito, sostenuto da una coalizione di centrodestra, e Santa Scommegna, appoggiata dal PD e una parte del centrosinistra. Il primo dato inconfutabile emerso dall’analisi del voto è che la candidata sindaca non ha riscosso il gradimento personale neanche del suo elettorato di riferimento: mentre le liste a suo sostegno hanno raccolto oltre il 43% dei voti, come sindaco si è fermata a poco più del 36%. Parte da questa osservazione la riflessione del consigliere regionale Ruggiero Mennea sulle comunali nella città della Disfida: “L’analisi del voto delle elezioni amministrative di Barletta mette a nudo il fallimento delle scelte compiute dal PD barlettano e conferma tutte le perplessità e le critiche avanzate da tanti, a partire dalla segreteria nazionale fino ad arrivare al sottoscritto. Il 15% degli elettori che hanno votato le liste della coalizione guidata dal PD hanno scelto di votare un candidato sindaco diverso da Santa Scommegna, il che la dice lunga sul reale bisogno di primarie del centrosinistra, negate dalla segreteria cittadina, che ha invece imposto, con la decisione di pochi intimi e manovrata da Bari, una candidata che, alla luce dei fatti, non era gradita al popolo del PD”.

“Il PD ottiene solo 1.000 voti in più del 2018, pur avendo imbarcato tutti i transfughi che in occasione delle scorse elezioni amministrative avevano abbandonato il partito per candidarsi ed essere eletti nella coalizione di Mino Cannito e che oggi si ergono moralisti della coerenza politica. Di contro, il partito perde 4.500 voti rispetto alle elezioni regionali del 2020. A Taranto, dove le scelte sono state compiute in linea con quelle nazionali, la coalizione del centrosinistra ha stravinto al primo turno e il PD ha ottenuto oltre il 19% dei voti mentre a Barletta, che alle ultime regionali aveva ottenuto il 27,81% dei consensi, non ha raggiunto il 14% dei voti!”

Dispiace per il Movimento 5 Stelle che non è riuscito ad ottenere nemmeno un seggio: avrebbe portato in Consiglio comunale una ventata di qualità e di cultura della legalità. Un plauso va invece a Carmine Doronzo, che ha ottenuto un ottimo risultato ed è stato premiato da tutti quegli elettori che hanno visto in lui il vero rappresentante del centrosinistra. Ora, in previsione del ballottaggio, è indispensabile fare delle scelte che hanno come unico obiettivo l’interesse di Barletta e quindi i cittadini dovranno analizzare il percorso professionale, morale e politico dei due candidati e compiere in tal modo la scelta migliore per la collettività.

L’esito delle urne, quindi, dimostra che a Barletta invece di attuare la linea politica nazionale del campo largo è stata attuata la linea politica dell’orticello arido. La grave responsabilità di aver disintegrato il centrosinistra, che unito avrebbe vinto al primo turno, è imputabile esclusivamente alla segreteria regionale e cittadina. Abbiamo disorientato i nostri elettori ed è auspicabile che ci sia un cambio radicale perché, dopo questo risultato fallimentare, è giusto cambiare la guida del PD barlettano e pugliese. La guida del partito provinciale si è già dileguata da tempo e, di fatto, non esiste più, anche se nessuno se n’è accorto. Basti pensare che è risultata la più suffragata una candidata di una lista civica rispetto ai grandi personaggi candidati del PD, e solo questo dovrebbe bastare per decretare il fallimento di una linea politica e di una dirigenza che non ha più nulla da dire e da dare alla comunità barlettana. Ora cambiano campo e ricominciamo ad arare un terreno più fertile che dia frutti sani e rigogliosi”, conclude Mennea.