san cataldo taranto

Si sono concluse ieri, 10 maggio, le celebrazioni in onore del patrono di Taranto San Cataldo. La processione tradizionale si era bloccata per via della pandemia. Gioia, Fede, devozione e raccoglimento sono da sempre i punti cardine della processione, che inizia via mare con l’apertura del Ponte Girevole [ponte di collegamento con la Città Antica e il quartiere centrale Borgo ndr] per tradizione. Sempre tradizione vuole che il santo abbia origini irlandesi e che sia stato mandato da Dio per convertire al cattolicesimo la comunità jonica.

Quest’anno, però, la crisi e la questione ucraina sono stati al centro dei pensieri dei fedeli e dell’Arcivescovo Santoro durante la celebrazione. I festeggiamenti sono terminati con il percorso via terra, con inizio in Piazza Duomo nella Città Antica. Il momento topico della celebrazione è stato il simbolico passaggio tra passato e futuro sul Ponte Girevole, preceduto dagli stendardi e dai confratelli delle varie chiese tarantine.

Le parole di Santoro durante la celebrazione

Durante la processione, l’Arcivescovo Santoro ha lanciato il suo messaggio alla comunità. Le vertenze sono sempre le stesse e, come lo stesso religioso aveva detto già al rito via mare di domenica 8 maggio, le elezioni sono vicine. In quell’occasione, aveva esortato la politica. Solo partecipando si dimostra il bene per Taranto. Non c’è altra via. Bisogna far emergere il meglio dell’anima di questa terra, infatti i tarantini hanno dato sempre il meglio di sé nei momenti di necessità”. “La crisi ambientale, lavorativa, sociale, le molteplici povertà, i morti sul lavoro. Vorrei rinnovare l’invito a non avere paura, a ciascuno l’esortazione di rimboccarsi le maniche nel proprio ambito, con coscienza, con amore disinteressato, con responsabilità. Vorrei dire ad ognuno: il cambiamento comincia da te”. Così il monsignore ha cercato di smuovere le coscienze nella giornata di ieri. “A San Cataldo chiedo il miracolo di suscitare nel nostro cuore il desiderio di essere promotori di vita, annunciatori di pace, operai della giustizia” ha concluso Santoro, dopo aver parlato del conflitto in Ucraina.

La tre giorni di festeggiamenti per San Cataldo

La processione del Santo Patrono è partita via mare da Largo Arcivescovado, per poi toccare Corso Vittorio Emanuele II, il Porto Mercantile e la Banchina Sant’Eligio. Poi, la statua è stata imbarcata sulla nave Cheradi della Marina Militare. Dopo lo sbarco alla Discesa Vasto, la processione è andata avanti fino a Piazza Castello e da lì a Piazza Duomo, dove il simulacro è tornato al suo posto.

Il giorno successivo, lunedì 9 maggio, dopo i Vespri c’è stata la Concelebrazione Eucaristica con monsignor Santoro. Infine ieri, alle ore 18.30, la processione è ripartita da Piazza Duomo e ha attraversato prima la Città Antica, poi il Ponte Girevole e infine il Borgo. In particolare, le vie percorse sono state: Largo Arcivescovado, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Castello, Via Matteotti, Via Margherita, Via Anfiteatro, Via Berardi, Piazza Maria Immacolata, Via D’Aquino. Giunti qui, Santoro ha benedetto i fedeli e lanciato il suo discorso. Infine, la statua è tornata indietro per via Margherita, per poi raggiungere Via Matteotti, Piazza Castello e Via Duomo.

San Cataldo, la Storia

Il Patrono della Città dei Due Mari è irlandese. Infatti, Cataldo nacque a Munster, in Irlanda, nell’anno domini 610, ma alcune fonti parlano anche del 620. Fu ordinato vescovo nel 670 e visitò la Terra Santa. Qui secondo la tradizione gli sarebbe apparso Cristo, che gli avrebbe ordinato di recarsi a Taranto per riconvertire i fedeli, tornati al paganesimo. Da questo punto partono una serie di leggende, come l’anello caduto durante il viaggio che sarebbe diventato il primo citro di acqua dolce nel Mar Piccolo. Questo è importante, perché la città viveva di mitili fin dalla Magna Grecia. La morte è datata 8 marzo 685. La tomba fu ritrovata nel 1071, dopo l’assalto degli Arabi del 927. Da qui l’origine della cattedrale che a oggi ne custodisce i resti e la statua. L’invocazione di questo Santo è contro la guerra, la peste e la malattia in genere, in quanto tra i suoi miracoli c’è quello di aver ridato la vista a un giovane. Sempre per tradizione, si ritiene che Cataldo abbia chiesto a Dio che, alla fine del mondo, Taranto fosse l’ultima a cadere, ma questa è un’altra storia.