I Riti della Settimana Santa 2022 a Taranto si sono conclusi questa mattina, 16 aprile, alle ore 09.48, con il tradizionale suono della troccola e il bussare successivo del troccolante davanti al portone della Chiesa del Carmine, che si trova nel centro del capoluogo jonico. Il troccolante segnala l’inizio e la fine dei Riti. La troccola è uno strumento in legno con delle parti in metallo. Così, facendo girare su se stesso questo elemento, il suono caratteristico dà il via alle celebrazioni. Quest’anno, i Riti della Settimana Santa 2022 sono ripartiti dopo due anni di stop per via della pandemia. La città è scesa come un fiume di grazia, come l’ha descritta l’Arcivescovo Monsignor Filippo Santoro nel suo secondo discorso per questi riti, nella giornata di ieri, 15 aprile.

Il discorso di Monsignor Filippo Santoro

Durante il suo discorso dopo l’uscita della statua di Cristo Morto, intorno alle 20.20 di ieri, monsignor Santoro ha ricordato di aver lavato i piedi a dei bambini ucraini fuggiti dalla guerra nella giornata precedente. “Ho visto un bambino paralizzato nelle emozioni, scaraventato lontano da casa sua, con il pensiero fisso al suo papà e al resto della famiglia lontana. Nella tristezza profonda di questo bambino, in un attimo, ho ascoltato tutto il racconto dell’idiozia della guerra”. Con queste parole l’arcivescovo ha voluto ricordare il conflitto in Ucraina, ma non è il solo punto al centro del suo saluto ai fedeli dal pulpito della Chiesa del Carmine. Infatti, monsignore ha parlato anche dei problemi della città jonica, rimasti pressoché inalterati negli ultimi anni. I fondi ricevuti da Taranto con il PNRR, il CIS e i Giochi del Mediterraneo non possono andare sprecati. Da qui l’invito a “vigilare con rigore perche non finiscano nelle mani della mala vita o siano deviate per altri fini diversi dal bene comune”. “La nostra Città ha tutto il diritto di rinascere e di mostrare la sua bellezza”, conclude, non prima di aver ricordato il senso religioso dei Riti della Settimana Santa.

Riti della Settimana Santa 2022: il Venerdì Santo

Il punto culminate dei Riti jonici è senz’altro il Venerdì Santo. In questa circostanza passano in processione nelle vie principali le statue che rappresentano la morte e passione di Cristo – la via crucis – e i Perdoni, ovvero gli appartenenti alle Confraternite che, a piedi scalzi e con l’abbigliamento tradizionale, offrono come pentimento la fatica del percorso durante la processione. Anche le statue sono portate a spalla dai confratelli. Le statue sono in legno e cartapesta e risalgono al 1765, quando il tarantino Francesco Antonio Calò le donò alla Confraternita del Carmine. Lo stesso le aveva fatte commissionare a Napoli nel 1703. Infatti, i Riti risalgono al periodo di dominazione spagnola della città. La processione è iniziata alle ore 17, con l’uscita del Confalone e della Sofferenza di Cristo dal Carmine. Durante la processione, il Priore ha parlato anche del conflitto in Ucraina, chiedendo che si fermi la guerra. La processione del Venerdì Santo è preceduta dall’uscita della Madonna Addolorata dalla Chiesa di San Domenico, nel Borgo Antico. La Madonna dell’Addolorata della Chiesa di San Domenico non va confusa con quella della chiesa del Carmine, che esce subito dopo la statua di Cristo Morto.

Riti della Settimana Santa 2022: il Giovedì Santo

Giovedì Santo, 14 aprile, la Madonna Addolorata è uscita dalla Chiesa di San Domenico nel Borgo Antico alle ore 23.50. Durante la sua discesa dalla scalinata – l’edificio è stato restaurato da poco per l’occasione – monsignor Santoro ha salutato la città e ha benedetto i presenti. Per tradizione, la Madonna rappresentata dalla statua della chiesa di San Domenico va a cercare il figlio. La ricerca prosegue prima in Città Vecchia. Poi, la statua arriva alla parte nuova di Taranto, nel Borgo e si ferma nella chiesa di San Francesco, in centro. Da qui, la mattina del Venerdì, passa per il centro e ritorna a San Domenico. Nella processione del Venerdì Santo, invece, dopo il Cristo Morto compare la Madonna Addolorata del Carmine, che rappresenta la madre che ha ritrovato il figlio, ma ormai deceduto.

L’asta della Domenica delle Palme

Sempre per tradizione, la sera della Domenica delle Palme, dopo la messa, la Confraternita del Carmine organizza tra i suoi membri un’asta di beneficenza. Questa ha cifre spesso a quattro zeri e il ricavato viene gestito dall’Arcidiocesi. Per la squadra dei portatori, ad aggiudicarsi la gara è stato Saverio Musciacchio, padre del piccolo Federico, affetto da Sma. Il bambino ha ricevuto un farmaco salvavita da 2 milioni di euro e la famiglia ha voluto così ringraziare l’Addolorata. La statua del Cristo Morto, invece, è stata battuta all’asta per 70mila euro, più del doppio rispetto al 2019. Per l’Addolorata, invece, la cifra è stata di 50.100 euro, anche questa poco meno del doppio rispetto ai 27mila euro del 2019. Il troccolante ha dovuto sborsare 23.100 euro per aggiudicarsi l’onere e l’onore. Le altre cifre sono state così suddivise: Croce dei Misteri – 9mila euro (600 in meno del 2019), 8.200 euro per il bastoncino, la prima Croce – 6.500 euro (contro i 7.100 del 2019), la seconda  – 5.200 euro invece dei 7mila della scorsa edizione, prima mazza – 2.250 euro (200 euro in più), 2.400 euro per la seconda mazza (contro i 1.600 della scorsa edizione) e per la terza mazza (contro i 1.750 del 2019).