Dalla gioia più grande al dolore senza consolazione in pochi giorni. A una settimana dal parto programmato, il 13 aprile scorso una coppia di giovani, 28 anni lei e 30 lui, hanno perso il loro primo figlio. Una emorragia della donna, la corsa in ospedale e dall’ecografia la terribile verità: il battito cardiaco del feto non c’era più. Ora sulla vicenda indaga la Procura di Taranto, che ha iscritto nel registro degli indagati 13 persone in servizio quel giorno nell’ospedale “Santissima Annunziata” del capoluogo jonico per accertare le cause dell’ interruzione di gravidanza. Secondo i primi accertamenti, il battito del bambino sarebbe cessato già tre giorni prima dell’emorragia. Infatti la donna, secondo quanto riferito dai suoi legali, aveva già segnalato perdite ematiche una settimana prima, il 6 aprile, ma dopo le cure era stata rimandata a casa. Il pubblico ministero ha richiesto perciò una perizia a due medici legali per stabilire eventuali responsabilità di chi l’ha avuta in cura nei giorni precedenti. Le ipotesi di reato sono interruzione colposa di gravidanza e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. L’iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto per consentire al personale sanitario di nominare consulenti di parte.