Sentenza per omicidio pastore, Tribunale di Lecce

Dopo otto anni dall’assurdo delitto, i giudici della Corte d’Assise di Lecce hanno condannato a 30 anni di reclusione, 5 in più rispetto a quelli chiesti dall’accusa, il 41enne imprenditore agricolo di Porto Cesareo (Lecce) riconosciuto colpevole di omicidio volontario. I fatti risalgono al 6 aprile del 2014, quando l’imprenditore si stava esercitando, a quanto pare come d’abitudine, con la pistola a colpire un vecchio frigorifero in un terreno della sua proprietà. Uno dei proiettili però raggiunse e uccise un pastore 23enne di origini albanesi che accudiva il suo gregge. Già al primo colpo, il pastore si sarebbe voltato spaventato ma sarebbe stato colpito in piena fronte da un secondo proiettile, letale. I giudici hanno anche disposto l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, l’interdizione legale e il risarcimento del danno in favore dei familiari della vittima che si sono costituiti parti civili. La pm Carmen Ruggiero aveva definito la tragedia “una morte annunciata” e chiesta una condanna a 25 anni, mentre la difesa aveva chiesto l’assoluzione. I familiari della giovane vittima, fra i quali sua sorella, hanno accolto la sentenza tra le lacrime.