Rinvio a giudizio per sette persone nell’ambito della vicenda sulla morte di un gruista, avvenuta nel 2019 nello stabilimento ex Ilva di Taranto. La decisione è arrivata dalla Giudice per le udienze preliminari Rita Romano. Le accuse sono di cooperazione in omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro per dirigenti, ex resposabili nello stesso ruolo e capi area dell’ex Ilva. Rinvio a giudizio anche per ArcelorMittal. Infatti, la multinazionale dovrebbe rispondere per la responsabilità amministrativa. Il 10 luglio 2019 si abbatté su Taranto una furiosa tromba d’aria. Il 40enne si trovava su una gru nel quarto sporgente del porto, zona utilizzata dall’ex Ilva. A seguito del forte vento, la gru si spaccò e finì in mare. Furono necessari tre giorni di ispezioni subacquee per ritrovare il corpo dell’operaio. Altre due gru crollarono nel giorno del ritrovamento del cadavere. I due operai rimasero solo feriti, perché riuscirono a raggiungere la banchina in tempo.

Stando alle accuse, i sette rinviati a giudizio non avrebbero fatto abbastanza per poter evitare la morte del gruista. Queste negligenze avrebbero comportato un risparmio sulle spese per la sicurezza e ArcelorMittal ne avrebbe ottenuto un profitto non dovuto. In particolare, i Pubblici Ministeri ritengono che non ci sia stato un piano di evacuazione adeguato e che le gru non avessero delle tenaglie anti-uragano. Il caso del 40enne non sarebbe nemmeno il primo. Infatti, nel 2012 un altro operaio era deceduto dopo che la gru era caduta in mare a seguito di una tromba d’aria.