Sarebbero entrati in azione ieri sera, 11 marzo, a Brescia dopo aver pianificato a lungo il colpo milionario. Ma la banda, composta da ben 31 soggetti, quasi tutti di Cerignola ed esperti di assalti a furgoni blindati e caveau, è stata bloccata e sgominata poco prima della rapina a mano armata a un istituto di vigilanza che custodiva gli incassi degli esercizi commerciali della zona, pari a 80 milioni di euro, da un’operazione complessa che ha coinvolto centinaia di agenti delle Squadre Mobili di Foggia, Milano, Venezia, Padova, Monza, Bergamo, Reggio Emilia, Verona, Piacenza, Parma, Cremona e militari del Comando Provinciale Carabinieri di Brescia. Le indagini sul gruppo criminale andavano avanti dal mese di ottobre scorso,  dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, con il coordinamento operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato. Oltre agli arresti, sono stati sequestrati 4 kalashnikov, un fucile a pompa, una mitraglietta UZI, una pistola con munizioni, 21 bottiglie Molotov e chiodi a quattro punte. In vista del colpo, pare che il gruppo avesse provveduto a rubare circa venti auto, furgoni e camion da incendiare per bloccare l’accesso alla zona del caveau e rallentare l’arrivo delle forze dell’ordine sul posto, nonché una ruspa per sfondare la parete. Fra gli arrestati anche due guardie giurate, dipendenti dell’istituto di vigilanza da rapinare, accusate di essere i basisti. I reati contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere il reato di rapina, il tentativo di rapina pluriaggravata, la detenzione di armi da guerra, la ricettazione dei mezzi rubati, con l’aggravante del metodo mafioso.