amerigo vespucci
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L’Amerigo Vespucci compie 91 anni dal varo. Il motto della nave: Non chi comincia ma quel che persevera rende bene l’idea di quanto questo veliero sia stato importante e lo è ancora nella formazione dei nuovi militari. La nave scuola della Marina Militare, infatti, era stata varata il 22 febbraio 1931. L’incrociatore ha visto cambiare il motto in linea con gli eventi storici di riferimento. Il primo, al varo, Per la Patria e per il Re. A seguire Saldi nella furia dei venti e degli eventi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Infine, quello attuale, dato al veliero militare nel 1978.

Era il 1893 quando si iniziava a pensare che una nave sarebbe stata perfetta per formare i militari. Non c’era il riferimento a un mezzo così importante, anche a livello economico. Si partì con un incrociatore a vela, chiamato Amerigo Vespucci. Il riferimento era abbastanza chiaro. D’altra parte, il navigatore fiorentino era stato il primo a pensare alle Americhe come continente diverso dall’Oriente. Il mezzo era più piccolo della nave di oggi, ma all’altezza per l’epoca. La sostituzione, prima del varo del ’31, fu pensata nel 1925 nei palazzi dell’allora Regno d’Italia. Pochi sanno che l’Amerigo Vespucci aveva un incrociatore gemello, chiamato Cristoforo Colombo. Nelle intenzioni, i due incrociatori dovevano rappresentare il meglio della flotta della Marina Militare Italiana. Fu donato all’Unione Sovietica nel 1949, come parte del trattato di pace di Parigi. La nave cambiò nome in Dunay e fu radiata nel 1963 dopo diversi anni di servizio come nave scuola militare.

Anche se la nave scuola ha come porto di competenza La Spezia e come stabilimento di realizzazione Castellamare di Stabia, i tarantini sentono l’Amerigo Vespucci parte della loro identità, forte del rapporto tra la Marina Militare e il capoluogo jonico. Ex militari e militari, operai dell’Arsenale e semplici cittadini di Taranto che vedono alzarsi il ponte per il passaggio dell’incrociatore si emozionano per i ricordi, ma anche per il simbolo di resilienza valido ancora oggi.