Trivelle nell’Adriatico, la Regione Puglia aveva presentato ricorso, prima al Tar, successivamente al Consiglio di Stato che ha deciso di mettere tutto nelle mani della Corte Europea. Il caso sollevato dalla Regione era contro le 4 concessioni ottenute, partono all’altezza delle coste di Bari e scendono fino al largo di Brindisi, dalla società australiana Global Petroleum; secondo la Regione, questa società aveva presentato quattro domande per aggirare la norma italiana che vieta di effettuare ricerche in aree superiori ai 750 km², in contrasto con le norme europee in materia di concorrenza. La Corte Ue si è espressa così “a condizione di garantire a tutti gli operatori un accesso non discriminatorio a tali attività e di valutare l’effetto cumulativo dei progetti che possono avere un impatto notevole sull’ambiente“.

La Puglia sostiene, per evitare che la Global Petroleum riesca nel suo intento di scavalcare la norma italiana del limite del chilometraggio, che dovrebbe applicarsi proprio tale limite non solo al singolo permesso ma anche al singolo operatore.

La Corte Ue si è pronunciata su questo punto: la società (o il singolo operatore) può presentare diversi permessi per cercare idrocarburi, anche se contigui. Ha anche aggiunto che bisogna tenere presente gli obiettivi della direttiva 94/22/CE: stabilisce che i limiti geografici di un’autorizzazione e il limite temporale di tale autorizzazione vengano determinati in base al miglior modo possibile di svolgere tali attività dal punto di vista economico e tecnico.

I giudici della Corte si esprimono anche sul tema ambientale: “Occorre tenere conto dell’effetto cumulativo dei progetti che possono avere un impatto notevole sull’ambiente presentati da tale operatore nelle sue domande di autorizzazione alla ricerca di idrocarburi”.

Anche gli stessi vertici della Regione Puglia, a partire da Emiliano, si vedono preoccupati per questo tema e sembra di essere tornati nel lontano 2016 con il referendum indetto per abrogare la disposizione dello Stato che prorogava le concessioni per l’estrazione di idrocarburi fino all’esaurimento dei giacimenti, che non interessò soltanto la Puglia. L’assessora regionale all’ambiente, Anna Grazia Maraschio, dice la sua sulla decisione della Corte Ue: “Non è una notizia che mi rallegra, confidavamo e confidavo in una decisione di tipo diverso. Adesso apriremo immediatamente una riflessione e vedremo cosa poter fare”.