Non accenna a fermarsi lo scossone mediatico per l’inchiesta che ha travolto 16 persone, tra cui la moglie del Prefetto Di Bari, riguardo l‘inchiesta contro il caporalato. Di Bari, che il 10 dicembre aveva rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero, affermò: “Mia moglie, insieme a me, nutre completa fiducia nella magistratura ed è certa della sua totale estraneità ai fatti contestati”. Nella serata di ieri, ai microfoni del programma Controcorrente andato in onda su Rete4, Rosalba Livrerio Bisceglia ha affermato: “Ho un’azienda cerealicola, quindi non ho bisogno di manodopera straniera. Non ho pomodori, non ho cose che si tagliano con le mani. All’infuori di un piccolo vigneto che si raccoglie l’uva. L’uva 2020, il giorno prima che si iniziasse ho richiesto i documenti a una persona che conoscevo per tagliare l’uva”.

Alla considerazione dell’inviato del programma, che sottolineava come la persona chiamata fosse un caporale, la Livrerio controbatte: “Sì, mi avevano passato questo numero, questo aveva persone per raccoglierle. Le ho assunte regolarmente”. Incalzato, il giornalista ha sùbito controbattuto alla risposta, chiedendo come mai non avesse trattato con i lavoratori, in rispetto ai pagamenti: “Perché sono tanti e quindi quando è così c’è sempre uno che viene e fa un lavoro di sei giorni. Penso che tutto questo verrà fornito nella sede giusta”.
“È un paradosso, considerando il lavoro di suo marito, lei si trova proprio in una posizione più delicata, avrebbe dovuto parlare direttamente con i lavoratori”, ci tiene a precisare l’inviato Mediaset, con la Livrerio che conclude: “Sicuramente è stata una superficialità”.