Ieri pomeriggio, il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenuto al Meeting sulla Piattaforma Just Transition, promosso dalla Commissione Europea che ha riunito gli stakeholders delle regioni UE con industrie ad alto impatto di emissioni. Diverse le sessioni tematiche affrontate nella tre giorni di lavori, dal 15 al 17 novembre, che hanno consentito lo scambio e l’interazione tra gli Stati membri, le autorità regionali e locali, le organizzazioni non governative, le parti sociali e le istituzioni dell’UE. Nel corso dell’evento le regioni partecipanti hanno potuto conoscere la situazione delle altre realtà interessate al percorso di transizione equa verso un’Europa climaticamente neutra. L’evento ha fornito aggiornamenti sulla programmazione del Just Transition Fund (JTF).

Ad Emiliano sono state fatte alcune domande, tra cui “Qual è la visione per una transizione giusta nella sua regione?”, “Come possono le azioni della sua regione ispirare le altre nel percorso verso una transizione giusta?”.

Alla prima risponde così: “In Puglia, la transizione ecologica, per avere successo e per essere davvero giusta, non può prescindere dalla graduale ma rapida decarbonizzazione dei due complessi industriali più inquinanti, l’industria siderurgica di Taranto e l’impianto di produzione di energia di Cerano (Brindisi) di proprietà di Enel. Com’è noto il primo è la più grande acciaieria d’Europa che, ancora oggi, funziona a ciclo integrato, con l’utilizzo del carbone come combustibile primario. Il secondo è un impianto di produzione di energia elettrica di potenza pari a più di 2 giga watt, interamente alimentato da carbone. Complessivamente quindi, sul territorio pugliese, sono presenti le industrie che utilizzano più carbone in Italia, circa 6 milioni di tonnellate all’anno. I dati sanitari, accertati da indagini svolte dalle autorità sanitarie regionali e nazionali, nonché dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, delle province di Taranto, Lecce e Brindisi, dimostrano una scala statistica di malattie cosiddette croniche, fuori dalla media regionale e nazionale. Se, però, per la centrale di Cerano i tempi di uscita dal ciclo a carbone, a favore dell’utilizzo del gas, sono stati indicati entro il 2026, la transizione ecologica dell’impianto di Taranto è ancora incerta. Nell’attuale piano industriale di “Acciaierie d’Italia” proprietaria dell’impianto di Taranto, l’uscita dal carbone è prevista entro il 2040. Abbiamo chiesto con forza al Governo Italiano, socio di minoranza della società Acciaierie d’Italia, di modificare il piano industriale prevedendo importanti interventi e adeguati investimenti per eliminare l’utilizzo del carbone quale combustibile per gli altoforni in un lasso di tempo giusto ed in linea con le aspettative europee. La Regione Puglia è consapevole della necessità che la rinuncia al carbone sia per l’acciaieria un processo graduale. Tuttavia gli studi condotti dalle strutture tecniche della Regione, dimostrano che è possibile, da subito, affiancare al processo a ciclo continuo con l’utilizzo del carbone, forni elettrici, alimentati a gas, che consentano una produzione di acciaio compatibile con le necessità industriali e finanziarie della fabbrica. L’uso dei forni elettrici potrebbe crescere fino a consentire l’intera produzione di acciaio della fabbrica, in attesa che lo sviluppo tecnologico non consenta il pieno utilizzo dell’idrogeno verde, per produrre acciaio a zero emissioni di carbonio. Il Piano d’azione del JTF per Taranto è stato redatto basandosi sul Piano Strategico “Taranto Futuro Prossimo” che la Regione Puglia insieme al Comune di Taranto e agli altri Comuni dell’Area di crisi ambientale, ha predisposto in piena coerenza con gli obiettivi dell’Agenda Europea 2030”.

Alla seconda domanda invece risponde: “Insieme al Piano strategico per lo sviluppo sostenibile del territorio tarantino e durante la predisposizione del JTF, la Regione Puglia ha previsto anche l’adozione del Piano triennale per l’idrogeno (PRI). In tal modo si intende promuovere la filiera dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili e si vuole candidare la Puglia a ospitare il Centro Nazionale di Alta Tecnologia per l’Idrogeno. La visione per una transizione giusta coincide quindi con la visione della città di Taranto e della Regione Puglia che è stata tracciata grazie ad un percorso di pianificazione strategica che ha visto la partecipazione e la condivisione dei cittadini, delle Istituzioni e degli stakeholders del territorio. Condivisione, partecipazione, co-pianificazione strategica con il coinvolgimento di tutti gli attori del territorio, sinergia e collaborazione istituzionale: sono questi i principi che guidano le nostre azioni e che possono ispirare anche altre regioni europee. Le azioni ed i progetti previsti dal JTF sono estremamente innovativi. Ma è necessario che ci sia chiarezza sul futuro dell’acciaieria, sui tempi e sulle modalità del processo di decarbonizzazione su cui il Governo Italiano deve agire con determinazione. Ciò è possibile anche perché il Governo, voglio ricordarlo, è entrato nel quadro societario dell’acciaieria e quindi può operare per modificare il piano industriale e il futuro produttivo dello stabilimento. In caso contrario i nostri sforzi e le nostre azioni verso una transizione ecologica saranno inutili”.

Alla domanda su “Quali sono le sfide e gli assets nella sua Regione per promuovere il rinnovamento economico e far sì che la transizione giusta abbia successo?”, il Presidente Emiliano ha risposto: “Taranto è una delle città più belle della Puglia, contendeva ad Alessandria di Egitto il primato come città della cultura, della bellezza, dello sport nelle Olimpiadi dell’antica Grecia. Adesso vogliamo lavorare facendo crescere la qualità dei lavoratori, rilanciando la loro professionalità grazie ai centri di ricerca che stiamo progettando nelle scienze della vita e delle biotecnologie, si veda l’investimento sul Tecnopolo medico sul territorio salentino che si connetterà a Taranto; vogliamo produrre energia da fonti rinnovabili, considerando che la Puglia è già prima regione in Italia per fotovoltaico ed eolico, con un focus particolare sull’idrogeno; innovare nel settore ICT, che dovremo sviluppare ulteriormente con attenzione specifica alle tematiche di sicurezza ed intelligenza artificiale; puntare su economia circolare, blue economy, agritech, servizi turistici, perché la Hydrogen valley che vogliamo realizzare a Taranto è l’equivalente di ciò che l’intera umanità deve realizzare nel futuro. Tutto questo è pronto, Università e Politecnico lavorano sulla formazione del capitale umano per attuare la rivoluzione di Taranto”.