Oltre alle indagini già in corso nei confronti dell’ex sindaco Franco Landella, della moglie Daniela Di Donna e di alcuni ex consiglieri comunali, a Foggia c’è un’altra inchiesta in corso.

Nel mirino questa volta l’Amgas, l’azienda di distribuzione del gas che nella mattinata di venerdì ha ricevuto la visita militari della Guarda di Finanza che hanno acquisito atti e carteggi relativi ai mutui, ai rimborsi spese e agli acquisti effettuati con e senza procedure comparative.

Sotto attenta osservazione, gli atti con le attività svolte durante il mandato dell’ex presidente del consiglio di amministrazione dell’Amgas, Pier Luca Fontana, il quale è stato sollevato dall’incarico dal commissario prefettizio del Comune di Foggia, Marilisa Magno.

Secondo l’indagine condotta dal Corriere del Mezzogiorno, è emerso che in alcuni atti fossero contenute richieste di chiarimento circa le sanzioni comminate all’Amgas dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) per non aver rispettato l’obbligo di efficientamento energetico, un macigno da 800mila euro che potrebbe portare l’ente al dissesto. Sempre secondo il Corriere, il commissario Magno avrebbe permesso il mancato avvicendamento dei vecchi contatori del gas coi nuovi smart meter, oltre a sospetti sugli avanzamenti di carriera di alcuni dipendenti e a una non chiara amministrazione molto vicina a quella dell’ex sindaco. Successivamente allo scioglimento del consiglio comunale di Foggia per infiltrazioni mafiose, il commissario Marilisa Magno ha sollevato dall’incarico la vecchia dirigenza e nominati pro-tempore Antonio Rana, un commercialista di Manfredonia, a capo dell’Ataf e il suo collega Fabio Diomede al vertice di Am Service e Amgas.

L’indagine riguarderebbe anche gli avanzamenti di carriera apparentemente senza logica, col rischio di mettere Amgas nelle condizioni di disporre di molti funzionari e pochi tecnici, i quali rappresentano il valore aggiunto dell’azienda, data la necessità di un costante lavoro di manutenzione.